Giovanni Angelucci: "Sono stato costretto a questa decisione estrema, l’ultima che un professionista serio vorrebbe assumere"
Il legale della famiglia nel bosco a Palmoli (Chieti), Giovanni Angelucci, ha deciso di rimettere il proprio mandato denunciando "troppe pressanti ingerenze esterne". "Purtroppo, - dice in una nota - ieri sera, dopo un’accurata riflessione, ho scelto – non senza difficoltà – di rinunciare al mandato difensivo conferitomi dai coniugi Nathan Trevallion e Catherine Birmingham. Sono stato costretto a questa decisione estrema, l’ultima che un professionista serio vorrebbe assumere, poiché negli ultimi giorni i miei assistiti hanno subito interferenze esterne tali da incrinare la fiducia alla base del rapporto tra avvocato e cliente". La scelta sarebbe maturata anche a seguito dei ripetuti rifiuti dei coniugi riguardo alle soluzioni proposte.
"Ieri avremmo dovuto incontrarci nel pomeriggio per effettuare insieme il sopralluogo in un’abitazione a pochi chilometri dalla loro, messa gratuitamente a disposizione da un imprenditore della ristorazione di Ortona originario di Palmoli. Una soluzione che si aggiungeva a quella suggerita dal sindaco Masciulli. Tuttavia – afferma l'avvocato – nessuna delle due ipotesi è stata ritenuta accettabile dai coniugi Trevallion-Birmingham e l’incontro non ha avuto luogo".
"Va aggiunto – prosegue l’avvocato – che nella stessa giornata avrei dovuto acquisire un’ulteriore firma da Nathan per procedere al deposito, presso il Genio civile, del progetto di ristrutturazione straordinaria dell’immobile. Mi è stato però riferito che tali interventi sarebbero stati, a loro avviso, troppo invasivi e impattanti. Per questo hanno deciso di non firmare né autorizzare il deposito del progetto predisposto dal tecnico di fiducia. Inoltre, sempre ieri mattina, un geometra del posto, dopo essersi messo in contatto con me, si è recato nella ‘casa del bosco’ insieme a un rappresentante della ditta Ssap San Salvo Appalti Spa, disponibile a farsi carico dei lavori di ristrutturazione. Anche questa offerta, però, sarebbe stata respinta dal signor Trevallion". Angelucci avrebbe dovuto depositare il ricorso alla Corte d'Appello dell'Aquila, contro la decisione del Tribunale per i minorenni, entro sabato 29 novembre.
"E' una situazione che va considerata con grande attenzione e bilanciando interessi; è chiaro che laddove dovessero emergere profili di rilievo disciplinare eserciterei i poteri conferitemi dalla legge" afferma il ministro della Giustizia Carlo Nordio, al Question Time alla Camera, rispondendo a una interrogazione sul caso della famiglia nel bosco, parlando di un tema "delicatissimo". "Ho provveduto immediatamente ad approfondire con urgenza la vicenda tramite l’Ispettorato, chiedendo la trasmissione di copia integrale di tutti gli atti processuali ancora non pervenuti".
"Il prelievo forzoso del minore e i presupposti che lo legittimano non possono mai prescindere dal dovuto e difficile bilanciamento tra l'interesse del minore in prospettiva futura e quello attuale al mantenimento dello status quo'". "Si tratta di una misura estrema alla quale ricorrere non senza aver prima attentamente valutato le ripercussioni che un simile provvedimento può produrre sul benessere psico-fisico del minore stesso e sempre avendo di mira il suo superiore interesse". "Personalmente ho manifestato la mia perplessità - conclude - derivante dalla circostanza che, dopo anni di bombardamento anche mediatico contro la civiltà dei consumi, la modernizzazione, l'industrializzazione, l'eccessivo uso delle fonti di produzione elettrice o addirittura nucleari, poi, quando una famiglia decidere di vivere pacificamente a contatto con la natura si debba arrivare a provvedimenti così estremi".
"Noi abbiamo appreso questa mattina della scelta dell'avvocato di rimettere il proprio mandato, così come abbiamo saputo in mattinata della decisione della famiglia di non accettare la casa gratuita che noi come Comune avevamo proposto" dice all'Adnkronos il sindaco di Palmoli, Giuseppe Masciulli. Il sindaco sottolinea che la "nostra proposta rimane sempre valida, nonostante il diniego, invitiamo la famiglia a rifletterci".
La casa del Comune "sarebbe un'ottima soluzione - prosegue il primo cittadino - e permetterebbe di cominciare a risolvere i problemi posti nell'ordinanza del Giudice, soprattutto, quello relativo all'idoneità dell'alloggio. La nostra soluzione sarebbe stata questa: mettere a disposizione un fabbricato che si trova a circa tre chilometri dalla loro proprietà attuale, così loro si potrebbero, comunque, recare quotidianamente in campagna alla mattina, per fare rientro alla sera. In questo modo favorirebbero il ricongiungimento familiare e potrebbero anche seguire i lavori di ristrutturazione e ammodernamento della loro attuale abitazione". Per Masciulli si tratta di una proposta "logica e non in contraddizione con lo stile di vita di questa famiglia. Tra l'altro - aggiunge - se la famiglia dovesse contestare la casa che abbiamo proposto, noi risponderemmo dicendo che dove vivono attualmente ci sono le stesse caratteristiche, perché i due fabbricati sono molto vicini".
La decisione del legale? "Io non sono meravigliato, la famiglia in questi 14-15 mesi di legali ne ha cambiati diversi. Prima di Angelucci l'avvocato era della provincia di Monza Brianza che poi si è dimesso ad aprile, io invito la famiglia ad avere un atteggiamento di maggiore collaborazione, magari rinunciando temporaneamente a qualcuno dei suoi principi, così da consentire il ricongiungimento con i figli".
"Questa mattina ho incontrato il Garante regionale per l'Infanzia e l'Adolescenza, avvocato Alessandra De Febis, che in questi giorni ha fatto più volte visita ai bambini, accolti nella struttura protetta" dice il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio. "Il confronto è stato utile e importante per avere un quadro diretto e aggiornato sulla loro condizione". Il garante mi ha confermato che "i piccoli stanno bene, sono sereni, in buone condizioni di salute e, nonostante si trovino in una situazione per loro completamente nuova, affrontano questo passaggio con equilibrio".
"Mi rincuora sapere - prosegue Marsilio - che siano stati trovati insieme alla madre in un clima di tranquillità, senza segnali di criticità emotive o relazionali. Continuo a coltivare la speranza che i bambini possano presto tornare a casa, nel rispetto delle valutazioni delle autorità competenti e del superiore interesse dei minori. Mi auguro che tutte le parti coinvolte possano dialogare costruttivamente, nella ricerca di una soluzione che possa garantire il rispetto di una scelta di vita così affascinante e particolare, garantendo allo stesso tempo una crescita sana ed equilibrata dei bambini. Sapere che, in questa fase delicata, sono seguiti con attenzione e in un contesto che garantisce protezione, rappresenta per tutti noi un elemento di conforto e una responsabilità che continuiamo a seguire con la massima serietà".
"Credo che la strumentalizzazione della sofferenza delle famiglie e le difficoltà dei bambini a fine politico sia veramente inconcepibile e intollerabile" dice la presidente dell'Ordine Nazionale degli Assistenti Sociali Barbara Rosina a Otto e mezzo su La7. "Non riesco a vedere altro che la strumentalizzazione della vicenda. Come si fa a pensare che un provvedimento non sia adeguato se è stato preso almeno un anno dopo le prime segnalazioni su questa famiglia?".
"Escludo categoricamente l'intento punitivo. Sono state fatte valutazioni professionali, non solo dagli assistenti sociali, ma anche da altri operatori e psicologi. Se dei professionisti hanno ritenuto che ci fossero dei danni per questi bambini rispetto al loro sviluppo significa che è un intervento che andava fatto. In caso di incidenti saremmo stati accusati di non essere intervenuti abbastanza in fretta". "Quello di Salvini sui bambini rom è un parallelo inaccettabile. Gli assistenti sociali intervengono in tutte le situazioni in cui ricevano segnalazioni o quando le persone si presentano spontaneamente ai loro servizi. Non facciamo differenza fra italiani, rom, stranieri, etnia, religione, provenienza o regolarità dei documenti. Interveniamo sempre - conclude -. Se c'è qualcuno che può dirmi che c'è un assistente che a fronte di una segnalazione non è intervenuto in un campo rom, ce lo segnali perché per quanto ne sappiamo noi non è vero".