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Incendio traghetto: Rossi Albertini (Cnr), brucia ancora per materiali sintetici

05 gennaio 2015 | 21.06
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Il magistrato ha riferito che è stata data ampia assicurazione dal delegato del Registro navale sulla mancanza di rischi, al momento, se il relitto non viene rimosso. Intanto a bordo del traghetto rimangono focolai dell'incendio. E all'Adnkronos il fisico Valerio Rossi Albertini (Cnr) spiega: "Brucia ancora perchè ci sono molti materiali sintetici"

Il traghetto Norman Atlantic in fiamme - (foto Infophoto)
Il traghetto Norman Atlantic in fiamme - (foto Infophoto)

Potrebbe non essere trasferito in tempi rapidi a Bari il relitto del Norman Atlantic. "Ci è stata data ampia assicurazione dal delegato del Registro navale circa la mancanza di rischi al momento se il relitto non viene rimosso dal luogo in cui si trova per essere trainato eventualmente a Bari, cosa che ci è stata vivamente sconsigliata" ha infatti detto il procuratore del capoluogo pugliese, Giuseppe Volpe, durante la conferenza stampa tenuta oggi nella sede del palazzo di giustizia del capoluogo pugliese, al termine del vertice, convocato nel pomeriggio di lunedi, per fare il punto della vicenda e dell'inchiesta sul naufragio del traghetto Norman Atlantic avvenuto nei giorni scorsi davanti alle coste dell'Albania. Intanto a Brindisi domani, con tutta probabilità, si cercherà di rendere più stabile l'attracco alla banchina del relitto sul quale continuano a essere attivi i focolai dell'incendio che ha causato il naufragio.

Il traghetto Norman Atlantic continua a bruciare e dal suo ventre continua a uscire fumo perchè "probabilmente a bordo della nave ci sono molti materiali sintetici, sostanze polimeriche come le plastiche, che, a seguito della combustione, sviluppano molto calore e per un periodo di tempo superiore ai materiali naturali come il legno o il cotone". E' il fisico del Cnr Valerio Rossi Albertini a spiegare così, parlando con l'Adnkronos, perchè sul relitto del traghetto continua la combustione.

"Se a bordo ci fosse stato più legno, -spiega lo scienziato- si sarebbe già consumato e non ci sarebbero più fiamme o fumo, mentre i materiali sintetici, che si trovano spesso su imbarcazioni recenti, producono una combustione lunga. In altre parole accade ciò che avviene alla brace che rimane accesa sotto la cenere". Quanto all'ipotesi di utilizzare l'azoto liquido lo scienziato spiega che "spegnerebbe solo indirettamente le fiamme e questo perchè l'azoto non contiene ossigeno. E' vero che l'aria è composta da ¾ di azoto e ¼ di ossigeno e che la componente ossigeno alimenta la combustione per cui, se butti azoto sopra le fiamme, queste si estinguono. Ma il problema è come usare azoto liquido in incendi così estesi come quello della Norman Atlantic". "Una delle maggiori controindicazioni ad usare azoto liquido -avverte- è che può asfissiare i soccorritori, i vigili del fuoco dovrebbero proteggersi con bombole di ossigeno. Ma è molto rischioso".

Difficile poi, sottolinea ancora il fisico Valerio Rossi Albertini, "è il trasporto di azoto liquido che deve rimanere a temperature bassissime, intorno a -200 gradi. Vedo difficilissimo arrivare al largo con il mare in tempesta trasportando azoto liquido". E poi, "ribadisco, usando azoto liquido che evapora molto rapidamente a contatto con corpi caldi, i soccorritori in azione rischierebbero di morire" aggiunge ancora lo scienziato. "In alcuni casi -conclude Rossi Albertini- è stato sperimentato e utilizzato, in ambiti molto circoscritti e non in una nave così grande, azoto liquido ma mescolato a liquidi schiumogeni perchè, una volta evaporato l'azoto a contatto con l'incendio, la schiuma si compatta e soffoca le fiamme, ma questa tecnica non potrebbe essere praticata in situazioni come quella di un incendio su un traghetto in mare".

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