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Papa Francesco crea venti nuovi cardinali. Saluto affettuoso con Ratzinger a San Pietro

14 febbraio 2015 | 11.57
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L'incontro tra i due Pontefici in occasione del Concistoro. Il monito di Bergoglio ai porporati: "Liberiamoci dal rischio mortale del'ira covata. Non mancano occasioni di arrabbiarsi, ma Dio ci scampi dai rancori". Le tappe della cerimonia

Papa Francesco (Infophoto) - INFOPHOTO
Papa Francesco (Infophoto) - INFOPHOTO

Un saluto affettuoso tra i due Papi nella Basilica di San Pietro prima della celebrazione per la creazione dei nuovi venti cardinali. Francesco, entrando in Basilica, ha salutato il predecessore con una calorosa stretta di mano. Il Papa emerito, che ha accettato volentieri l'invito a partecipare, è entrato in Basilica insieme ai porporati e ha preso posto a sinistra dell'altare.

Non è la prima volta che Benedetto XVI prende parte ad una celebrazione di papa Francesco. Era già accaduto a febbraio dello scorso anno, in occasione del precedente Concistoro.

Papa Francesco, nell'omelia nella Basilica di San Pietro, dà la sua sferzata: liberiamoci "dal rischio mortale dell'ira trattenuta, 'covata'". Riprendendo le parole di san Paolo, Francesco ricorda che la "carità 'non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio'. Questo è davvero un miracolo della carità, perché noi esseri umani - tutti, e in ogni età della vita - siamo inclinati all’invidia e all’orgoglio dalla nostra natura ferita dal peccato".

Un avvertimento che il Papa sente di fare perché, come dice, "anche le dignità ecclesiastiche non sono immuni da questa tentazione. Ma proprio per questo, cari fratelli, può risaltare ancora di più in noi la forza divina della carità, che trasforma il cuore, così che non sei più tu che vivi, ma Cristo vive in te. E Gesù è tutto amore. Inoltre, la carità 'non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse'. Questi due tratti rivelano che chi vive nella carità è de-centrato da sé. Chi è auto-centrato manca inevitabilmente di rispetto, e spesso non se ne accorge, perché il 'rispetto' è proprio la capacità di tenere conto dell’altro, della sua dignità, della sua condizione, dei suoi bisogni".

"Chi è auto-centrato cerca inevitabilmente il proprio interesse, e gli sembra che questo sia normale, quasi doveroso. Tale 'interesse' può anche essere ammantato di nobili rivestimenti, ma sotto sotto è sempre il 'proprio interesse'. Invece la carità - avverte il Papa - ti de-centra e ti pone nel vero centro che è solo Cristo. Allora sì, puoi essere una persona rispettosa e attenta al bene degli altri. La carità, dice Paolo, 'non si adira, non tiene conto del male ricevuto'. Al pastore che vive a contatto con la gente non mancano le occasioni di arrabbiarsi. E forse ancora di più rischiamo di adirarci nei rapporti tra noi confratelli, perché in effetti noi siamo meno scusabili".

Da qui l'invito a un atteggiamento di carità: "anche in questo - dice il Papa - è la carità, e solo la carità, che ci libera. Ci libera dal pericolo di reagire impulsivamente, di dire e fare cose sbagliate; e soprattutto ci libera dal rischio mortale dell’ira trattenuta, 'covata' dentro, che ti porta a tenere conto dei mali che ricevi. No. Questo non è accettabile nell’uomo di Chiesa. Se pure si può scusare un’arrabbiatura momentanea e subito sbollita, non altrettanto per il rancore. Dio ce ne scampi e liberi!".

Bergoglio ammonisce: "Cari fratelli cardinali, quella cardinalizia è certamente una dignità, ma non è onorifica. Lo dice già il nome - 'cardinale' - che evoca il 'cardine'; dunque non qualcosa di accessorio, di decorativo, che faccia pensare a una onorificenza, ma un perno, un punto di appoggio e di movimento essenziale per la vita della comunità. Voi siete 'cardini' e siete incardinati nella Chiesa di Roma, che presiede alla comunione universale della carità".

Dei venti nuovi porporati, quindici saranno gli elettori. Solo due gli italiani elettori (oltre a un non elettore, il cagliaritano over 80 Luigi De Magistris) che comunque arrivano da sedi periferiche: Francesco Montenegro, 69 anni, l'arcivesco di Agrigento che accolse il Papa a Lampedusa, simbolo della Chiesa degli ultimi; Edoardo Menichelli (Ancona), ha lavorato nel Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica e alla Congregazione per le Chiese Orientali.

Un solo cardinale è di ambito curiale: si tratta di mons. Dominique Mamberti, ex 'ministro degli Esteri' vaticano oggi prefetto del Tribunale della Segnatura Apostolica. Solo cinque cardinali provengono dall'Europa. Il resto delle porpore arriva "dalla fine del mondo". Tre rappresentano l'Asia, tre arrivano dall'America Latina (Messico incuso), due dall'Africa e altri due dall'Oceania. Tra i nuovi elettori non ci sono cardinali dell'America settentrionale. I cardinali elettori rappresentano 14 Paesi diversi e insieme agli emeriti (i 5 over 80 non elettori) i Paesi rappresentati salgono a 18.

Il porporato più giovane nel collegio cardinalizio è l'arcivescovo di Tonga, mons. Soane Mafi, classe 1961. Il più anziano è l'emerito di Manizales, mons. Pimiento Rodríguez (1919). L'unico assente al Concistoro pubblico. Con le nuove nomine, il numero di cardinali elettori sale a 125, di cui 31 quelli già creati da Bergoglio.

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