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Cristiani gettati in mare, gip convalida 14 fermi

18 aprile 2015 | 08.22
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Sono accusati di omicidio plurimo aggravato, avrebbero buttato dal barcone 12 persone. Ma loro si difendono: "Sono caduti per la ressa". Intanto è stato arrestato uno scafista considerato responsabile di un naufragio avvenuto domenica 12 aprile

Foto di repertorio (Xinhua)
Foto di repertorio (Xinhua)

Il gip di Palermo Guglielmo Nicastro ha convalidato i fermi dei quattordici musulmani accusati di avere gettato in mare dodici cristiani durante la traversata dalla Libia all'Italia. Il giudice ha inoltre disposto la misura cautelare in carcere accogliendo la richiesta del Procuratore aggiunto Maurizio Scalia e del pm Renza Cescon. Gli indagati respingono l'accusa ma ci sono diversi testimoni ad avvisarli. Martedì si dovrebbe tenere un confronto tra i testimoni e gli accusati.

Ieri il gip aveva interrogato otto dei fermati, oggi i restanti sei. Come si apprende, uno dei profughi si è avvalso della facoltà di non rispondere mentre gli altri cinque hanno negato ogni coinvolgimento nella strage di immigrati. Sostengono che i cristiani siano caduti in acqua casualmente (FOTO). Del quindicesimo arrestato, un minore, si occuperà il Tribunale dei Minori di Palermo. Presente all'interrogatorio il pm Renza Cescon che conduce l'inchiesta coordinata dal Procuratore aggiunto Maurizio Scalia.

Nel corso degli interrogatori di ieri, a cui era presente anche il pm Cescon, i profughi hanno raccontato che i cristiani sono caduti in mare accidentalmente "a causa della ressa sul gommone". Ma ad accusarli ci sono le testimonianze di altri cristiani che, al loro arrivo a Palermo, hanno raccontato tutto agli investigatori. Gli uomini della Squadra mobile di Palermo hanno raccolto le testimonianze di sei profughi scampati alla strage nel Canale di Sicilia.

Intanto questa mattina è stato arrestato dalla Squadra mobile di Trapani un senegalese di 20 anni considerato lo scafista di uno degli ultimi sbarchi avvenuti a Trapani, dopo il naufragio dell'imbarcazione su cui si trovavano i profughi. Il giovane è stato riconosciuto da alcuni testimoni a causa di un problema fisico, ha infatti una gamba sola. E' stato sottoposto a provvedimento di fermo d'indiziato di delitto emesso dalla Procura della Repubblica di Trapani a firma del procuratore Marcello Viola e del pm Marco Verzera. E' accusato, in concorso con ignoti, del reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Le indagini sono state avviate a seguito di un naufragio avvenuto lo scorso 12 aprile a circa 80 miglia dalle coste libiche. In quell'occasione, il giovane pilotava, alternandosi con un altro immigrato al momento ignoto, un'imbarcazione di legno di circa 20 metri, partita dalla città libica di Zoaura che trasportava circa 500 migranti, uomini, donne e bambini di diverse nazionalità.

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