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Casteldaccia, la disperazione di Giuseppe

06 novembre 2018 | 07.55
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(Foto Adnkronos)
(Foto Adnkronos)

Giuseppe Giordano, unico sopravvissuto all'alluvione di Casteldaccia, arrivato nella Cattedrale si è sdraiato sulle bare di sua moglie e dei suoi due figli. "Lasciatemi stare - ha gridato l'uomo ai parenti che tentavano di allontanarlo - voglio stare vicino a Rachele, a Federico e a mia moglie. Lasciatemi, voglio stare qui". Dopo qualche minuto il 35enne, che nella tragedia ha perso anche la sorella, il fratello e i genitori, si è alzato e ha fatto venire accanto a sé l'altra figlia, la 12enne Asia, scampata perché in quel momento si era allontanata da casa per andare a comprare dei dolci.

A Palermo oggi è la giornata del lutto e del dolore. Dopo una veglia di preghiera fino a tarda sera nella chiesa Madonna di Lourdes, sono in corso in Cattedrale i funerali delle 9 persone travolta da acqua e fango nella villetta abusiva di Casteldaccia. Un lungo applauso delle centinaia di persone arrivate in cattedrale per l'addio ha accompagnato l'ingresso dei feretri, con le bare bianche dei bambini - Francesco di tre anni e Rachele di 1 anni - portate a spalla. "Federico, Federico", il grido che si è levato dai compagni del 15enne morto con la madre e la sorellina. A urlare il nome del ragazzo, gli amici arrivati in massa per dargli l'ultimo saluto.

"Certo, è lecito e forse anche doveroso, che ci si interroghi a tutti i livelli per cercare di dare una spiegazione a quello che appare inspiegabile e, comunque, inaccettabile. Ma speriamo vivamente che lo si faccia non per alimentare inutili polemiche o favorire il ben noto e insopportabile rimpallo di responsabilità, quanto per rendere giustizia, nella verità, a chi non c'è più e porre i necessari provvedimenti affinché si eviti il ripetersi di tali eventi", ha detto durante l'omelia il vicario generale, monsignor Giuseppe Oliveri. "Tuttavia, non è questo il momento e neppure il luogo per tali considerazioni - ha aggiunto - Noi non siamo qui per compiere un gesto di umana convenienza, ma per manifestare a questa famiglia, colpita così duramente, tutta la nostra solidarietà, tutta la nostra partecipazione".

Durante i funerali Asia ha abbracciato e consolato tra le lacrime il padre Giuseppe, non abbandonando mai però la fotografia della sorellina Rachele di un anno che teneva stretta tra le mani. Centinaia di palloncini bianchi sono stati fatti volare davanti alla Cattedrale di Palermo all'uscita dei feretri dei bambini, un volo accompagnato da lunghi applausi e dalla banda musicale.

Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, presente ai funerali, ha proclamato per oggi il lutto cittadino. Ed è lutto cittadino anche a Bagheria, proclamato dal sindaco Patrizio Cinque (anche lui presente alle esequie) "per manifestare il proprio cordoglio e quello di tutta la Città di Bagheria per la morte dei concittadini Monia Giordano, del suo piccolo Francesco e della suocera Nunzia Flamia e di tutte le nove vittime del maltempo cadute a Casteldaccia nella serata di sabato 3 novembre". Il sindaco ha disposto l’esposizione delle bandiere a mezz’asta su tutti gli edifici comunali e la celebrazione di un minuto di silenzio negli uffici comunali, e negli istituti scolastici cittadini, alle ore 10,30.

"NESSUNO DEL GOVERNO, CI HANNO ABBANDONATI" - "Non c'era nessun esponente del Governo nazionale ai funerali, siamo stati abbandonati...". Questo lo sfogo di alcuni parenti delle nove vittime. All'uscita delle esequie, dopo il volo di centinaia di palloncini bianchi, i parenti di Giuseppe Giordano si sono detti "contrariati" per l'assenza dell'esecutivo. "Siamo stati abbandonati da tutti", si lamentano.

IMPEDITO L'INGRESSO AI PROPRIETARI DELLA VILLETTA - I proprietari della villetta di Casteldaccia avrebbero voluto partecipare ai funerali, ma i parenti, su richiesta dell'unico sopravvissuto, glielo hanno impedito. "Noi eseguiamo una richiesta di Giuseppe che ha perso tutto in quella maledetta casa", dice una zia del commerciante 35enne.

DOCUMENTAZIONE AL SETACCIO - Continua incessante il lavoro del Procuratore di Termini Imerese (Palermo) Ambrogio Cartosio che sta passando al setaccio tutta la documentazione sequestrata nei giorni scorsi dal Comune di Casteldaccia (Palermo) per fare luce su quanto accaduto sabato sera. "Stiamo lavorando senza sosta - dice il Procuratore Cartosio all'Adnkronos - per guardare e studiare tutte le carte a nostra disposizione". Al momento la Procura indaga per omicidio colposo e disastro colposo contro ignoti. Ma la situazione potrebbe presto cambiare perché si annunciano sviluppi "importanti". Intanto, mentre tutta la zona attorno alla casa alluvionata è stata posta sotto sequestro, emergono ulteriori dettagli sui proprietari della villetta, condannati per abusivismo edilizio il 29 aprile 2010.

Per marito e moglie la pena, a tre mesi di carcere, era stata sospesa e dovettero pagare un'ammenda. La sentenza a carico della coppia è passata in giudicato due anni dopo e disponeva la demolizione e il ripristino dello stato dei luoghi. Demolizione che non è mai stata eseguita. Nel frattempo i coniugi hanno dato la villetta in affitto, ma senza regolare contratto di locazione, alla famiglia di Giuseppe Giordano. Gli atti della sentenza sono stati acquisiti dal Procuratore Cartosio.

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