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Corinaldo, legale vittima: "Irregolarità in uscita locale"

05 marzo 2019 | 14.02
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E' quanto emerso dalla perizia. L'avvocato della mamma di 39 anni morta nella calca: "Ci aspettiamo altri indagati". Nella tragedia morirono sei persone

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

di Sara Di Sciullo
"Sono emerse grosse irregolarità dell'uscita in corrispondenza della balaustra e altre deficienze negli impianti. Sarà la procura a valutare se ciò che è accaduto è dovuto alla mera fase esecutiva di quella sera o a carenze strutturali che quindi andavano controllate". E' quanto afferma all'AdnKronos l'avvocato Luca Pancotti, legale della famiglia di Emma Fabini, la 14enne studentessa di Senigallia che insieme ad Asia Nasoni è la vittima più giovane delle sei che hanno trovato la morte nella strage avvenuta nella discoteca 'Lanterna Azzurra' di Corinaldo nell'anconetano ormai quasi tre mesi fa. "La nostra percezione è di indagini molto ampie, a 360 gradi. Dopo il deposito delle relazioni dei periti, attendiamo e vedremo le determinazioni della procura nei confronti di quei soggetti indagati e di altri eventuali ulteriori soggetti - continua il legale -. Le risultanze delle perizie sembrerebbero orientare a un ampliamento delle indagini".

"Io, come avvocato, ho una percezione diversa e più tecnica e asettica: i tempi sono fisiologicamente normali in relazione alla complessità delle indagini. La procura sta lavorando in maniera solerte, le indagini sono state avviate su un quadro completo, dopodiché non va dimenticato che siamo in presenza di famiglie che hanno perso figli di 14 anni, non c'è niente di più atroce e le loro angosce, i loro dubbi, sono da condividere dal punto di vista umano". "Nessuno getta la croce addosso agli inquirenti, ma va rispettato il dolore di famiglie distrutte per le quali anche avere indietro un anellino o una maglietta potrebbe essere di conforto - conclude - E' normale che inizino a mostrare ansia, dal punto di vista umano è comprensibile e condivisibile".

"Siamo in attesa dell'esito delle consulenze di ufficio e del deposito della documentazione del Ris sulle eventuali sostanze presenti nel locale" dice all'Adnkronos l'avvocato Federica Ferro, legale di Paolo, il marito di Eleonora Girolimini, la mamma di 39 anni morta nella calca della discoteca 'Lanterna azzurra'. "Ci aspettiamo che la procura ampli il panorama degli indagati".

"Secondo noi ci sono state leggerezze nel momento in cui sono state rilasciate le autorizzazioni - conclude il legale - La procura ha elementi significativi su cui riflettere. Non dobbiamo fare una caccia alle streghe, ma agli atti c'è già documentazione interessante". "Non abbiamo dubbi sul fatto che la procura stia lavorando bene e che sia scrupolosa nell'attività di indagine. Certo, non dobbiamo dimenticare che è stata una tragedia, quando i casi sono così complessi ci vuole del tempo. E' logico che le famiglie e la cittadinanza si attendano dei tempi più stretti per poter individuare con certezza i responsabili, ma un'attività di indagine così complessa ha bisogno di tempo". Eleonora, che quella notte insieme al marito aveva accompagnato una delle figlie alla serata, dove si sarebbe dovuto esibire Sfera Ebbasta, ha lasciato il marito Paolo e i quattro figli: "E' una tragedia immane. La perdita di Eleonora ha causato una mancanza importante, che ovviamente ha già determinato un cambiamento radicale in tutto il nucleo familiare così fortemente incentrato sulla figura della mamma - racconta l'avvocato - Si tratta di trovare un nuovo equilibrio".

Per tanti è la prima volta in discoteca, per tutti l'emozione di assistere al concerto del loro idolo, il rapper Sfera Ebbasta. Le ore passano, il cantante non arriva e non arriverà mai mentre nella 'Lanterna Azzurra' si scatena il panico e la nottata si trasforma in incubo. Sono passati quasi tre mesi dalla tragedia della discoteca, dove la notte tra il 7 e l'8 dicembre scorsi, sono morte sei persone, una mamma e cinque giovanissimi. E' all'incirca l'una di notte quando, forse a causa di una bomboletta spray, si scatena il fuggi fuggi. Nel night club, ex balera del liscio trasformata in locale di tendenza per serate disco, ci sono centinaia di ragazzi e ragazze. In tanti, troppi, escono dall'uscita sul retro: la balaustra crolla. I giovani cadono uno sull'altro in una trappola infernale. Parte la macchina dei soccorsi, i vigili del fuoco lavorano per ore. Alla fine si contano sei vittime: Emma Fabini, studentessa di 14 anni, Asia Nasoni, 14enne promessa della ginnastica, Benedetta Vitali, 15 anni di Fano, Mattia Orlandi, 15 anni, Daniele Pongetti, 16enne di Senigallia, ed Eleonora Girolimini, la mamma 39enne di quattro figli che quella notte accompagnava insieme al marito una delle figlie al concerto. Decine i feriti, molti dei quali gravi: sette vengono ricoverati in prognosi riservata. La strage dei giovanissimi ferisce profondamente l'Italia. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini e il presidente del consiglio Giuseppe Conte si recano subito nelle Marche per portare la vicinanza delle istituzioni. Con il passare delle ore, alla disperazione delle famiglie delle vittime, all'angoscia dei parenti dei feriti, si aggiunge la rabbia. Il locale era pieno, c'era più gente del consentito? Quanti biglietti sono stati venduti e staccati? Perché i giovani si sono indirizzati in massa dall'uscita in corrispondenza della balaustra poi crollata? Perché a notte fonda, nonostante la serata fosse destinata a un pubblico di adolescenti, il concerto di Stefa Ebbasta non era ancora iniziato? E davvero il rapper sarebbe venuto? Intanto carabinieri e polizia ascoltano centinaia di testimoni, passano al vaglio i filmati girati dai sopravvissuti con i telefonini. La versione di tanti ragazzi ascoltati coincide: tutto è iniziato con un bruciore alla gola e agli occhi, la sensazione di sentirsi male, il panico e la calca. Forse, raccontano alcuni, si è trattato di spray al peperoncino magari usato per un tentativo di rapina. Circolano i fermi immagine di un video che ritrae, appunto, un giovane nel locale con un cappellino, indicato come quello della bomboletta. Una bomboletta viene effettivamente trovata nel locale nel corso delle indagini. Secondo gli inquirenti potrebbe trattarsi di una "concausa", non l'unica della strage. Nelle ore successive alla tragedia viene fermato un minorenne, la misura scatta esclusivamente per droga. Si tratta però di un 17enne, indicato da tre ragazzi presenti alla serata come il giovane della bomboletta spray. Viene chiamato in causa "in modo generico" quindi la sua iscrizione nel registro degli indagati nell'ambito delle indagini per i morti di Corinaldo, precisano gli inquirenti, "è un atto dovuto" e a sua "garanzia". Sette, inoltre, gli indagati riguardo al locale: si tratta dei quattro proprietari dell'immobile e dei tre soci, di cui uno anche amministratore della società. Gli inquirenti procedono per tre le ipotesi di reato, omicidio preterintenzionale, lesioni dolose e lesioni colpose. Nei giorni successivi si aggiunge l'iscrizione di un dj e di una addetto alla sicurezza. Gli indagati nell'ambito delle indagini salgono così a dieci.

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