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Trieste

"Gravi indizi e pericolo fuga", gip convalida fermo del killer

05 ottobre 2019 | 17.47
LETTURA: 5 minuti

Almeno 23 colpi nella sparatoria, l'assassino ha usato due pistole. Il questore: "Polemiche irrispettose" (VIDEO)

Nella foto la colonna della Questura raggiunta dai colpi di rimbalzo (Foto Adnkronos)
Nella foto la colonna della Questura raggiunta dai colpi di rimbalzo (Foto Adnkronos)

dall'inviata Antonietta Ferrante

Il gip ha convalidato il fermo di Alejandro Augusto Meran, 29 anni, con l'accusa di duplice omicidio dei due agenti della questura di Trieste, freddati ieri pomeriggio negli uffici di Tor Bandena. Secondo il giudice, da quanto si apprende, contro il giovane di origine domenicana ci sono "gravi indizi" che si concretizzano dal racconto dei testimoni, dal sopralluogo della Scientifica e dall'acquisizione dei video delle telecamere presenti sia all'interno che all'esterno della Questura. L'esigenza cautelare è anche motivata nel provvedimento con il "concreto pericolo di fuga". Nel pomeriggio il giovane di origine dominicana non ha risposto alle domande del giudice, dopo essersi già avvalso ieri davanti al pubblico ministero. Il 29enne, ferito all'altezza dell'inguine prima di essere fermato, resta piantonato all'ospedale di Cattinara.

LE PISTOLE - Il 29enne ha usato entrambe le pistole . E' uno dei particolari che emerge nel corso dell'inchiesta. In particolare, da quanto ricostruisce l'Adnkronos, ha scaricato completamente quella semiautomatica - 15 i colpi nel caricatore - di Pierluigi Rotta, custodita in un vecchio modello di fondina, poi ha strappato dalla fondina anche la Beretta di Matteo Demenego

I primi colpi nell'ufficio Volanti, al piano ammezzato della Questura, poi l'uomo si è guadagnato l'uscita e ha sparato sei colpi nell'atrio della Questura, verso il gabbiotto di guardia occupato da una giovane poliziotta e da un agente rimasto ferito alla mano. Uno dei proiettili ha infranto anche un vetro.

Almeno 23 i colpi in tutto, alcuni però sono stati sparati dai poliziotti per difendersi dai colpi del killer. Altri colpi sono ancora conficcati nell'auto su cui c'erano i due agenti della squadra Mobile che hanno fermato, dopo averlo ferito all'altezza dell'inguine, il giovane di origine dominicana. Il sangue del fermato è ancora ben visibile sull'asfalto. La pistola completamente scarica - dato che si deduce dal fatto che il carrello-otturatore resta aperto - è stata trovata sotto un'auto, l'altra invece è stata trovata sul marciapiede. Saranno le analisi della polizia Scientifica a stabilire quanti colpi e da quale pistola sono stati sparati, così come gli esami balistici potranno ricostruire le traiettorie dei proiettili. 

IL PROCURATORE - "Il lutto della polizia di Stato è il lutto di Trieste e di tutto il Paese perché identifichiamo la polizia come presidio di legalità" ha detto all'Adnkronos il procuratore capo di Trieste, Carlo Mastelloni. "Per il giovane di origine dominicana il gip ha convalidato il fermo e disposto l'arresto in carcere - per ora resta piantonato in ospedale perché rimasto ferito dagli agenti che provavano a bloccarlo -, un provvedimento che accoglie in pieno la tesi accusatoria della Procura".

IL QUESTORE - "Parlare di polemiche in un momento in cui stiamo piangendo due dipendenti mi crea estremo disagio, non lo trovo elegante, non lo trovo rispettoso della memoria di due ragazzi che stavano facendo il loro lavoro". Così il questore di Trieste Giuseppe Petronzi replica a chi gli chiede se le pistole dei due agenti uccisi negli uffici della Questura di Trieste potessero avere già il colpo in canna, 'evitando' manovre complicate all'assassino, oppure se ci sono evidenze per ritenere che il giovane dominicano avesse dimestichezza con le armi. "Nel momento in cui si giudica se il colpo sia in canna o meno e si dice che è compatibile con l'attività che stava facendo mi sembra che ci sia una risposta insita nella domanda", risponde (VIDEO).

Restano ancora dei particolari da chiarire sulla dinamica della morte dei due agenti. In particolare su come il giovane di origine dominicana sia riuscito a impossessarsi della pistola e a fare fuoco. Un duplice omicidio non ripreso da nessuna telecamera interna e senza testimoni, l'unica scena che sembra emerga dai filmati è il 29enne che toglie la seconda pistola semiautomatica sottratta a una vittima dalla fondina. "Mi crea disagio - spiega il questore Petronzi - parlare a poche ore di distanza dalla morte di due colleghi di giudizi, perché in questo caso significa dover mettere giudizi in ordine ai quali bisognerebbe disporre di informazioni complete e io ne dispongo in parte". E aggiunge: "Non possiamo dire che sia assolutamente ordinario che ciò accada, ma da qui ad andare a giudicare l'operato di due ragazzi ritengo che sia ingeneroso in questa fase".

"Le famiglie delle vittime sono particolarmente e comprensibilmente provate, la nostra struttura di supporto psicologico della polizia di Stato sta garantendo loro una presenza costante, un'assistenza costante fin dalla loro partenza dai luoghi di origine - dice il questore di Trieste - Personalmente li stiamo seguendo al meglio per cercare di temperare la massimo, per quanto possibile, un momento tragico". Il questore Petronzi ha fatto visita in ospedale al terzo agente rimasto ferito nella sparatoria.

Ininterrotto il via vai di cittadini, giovani e famiglie, che hanno portato fuori e biglietti per ricordare i due poliziotti uccisi. Tanti gli occhi lucidi e il cordoglio mostrato per gli uomini in divisa. "Abbiamo registrato e stiamo registrando una reazione compostissima, ma particolarmente importante sia dalle istituzioni, da tutte le forze dell'ordine che dai cittadini. Stiamo ricevendo tante mail da questa città triste e le preferiamo alla polemica", conclude il questore.

LA FIACCOLATA - A "Trieste una fiaccolata silenziosa ha sfilato per Matteo e Pierluigi". E' il tweet della Polizia di Stato che ha postato anche un video. "Dopo un momento di preghiera organizzato all'esterno della Questura, il lungo applauso in ricordo dei giovani poliziotti".

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