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Cristiana condannata a morte in Sudan, dal fratello dichiarazioni choc: “Va giustiziata”

06 giugno 2014 | 12.03
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Il maggiore dei tre fratelli di Meriam in un’intervista esclusiva alla Cnn: “Se lei si pente e torna all’Islam, allora noi siamo la sua famiglia. Ma se lei rifiuta deve essere giustiziata”

Da Change.org
Da Change.org

“Deve essere giustiziata”. A parlare così di Meriam Yahia Ibrahim, la 27enne cristiana condannata a morte in Sudan per apostasia, è il maggiore dei suoi tre fratelli, al-Samani al-Hadi Mohamed Abdullah, l’uomo che l’ha consegnata alle autorità perché la sua è una famiglia di “persone musulmane” e lei avrebbe dovuto “pentirsi” della decisione di convertirsi al cristianesimo. In un’intervista esclusiva alla Cnn, il fratello di Meriam ritiene che “delle due, una: se lei si pente e torna all’Islam e all’abbraccio della sua famiglia, allora noi siamo la sua famiglia e lei è dei nostri. Ma se lei rifiuta deve essere giustiziata’’.

Si tratta comunque di “un affare di famiglia”, sostiene al-Samani al-Hadi, mentre la comunità internazionale si mobilita per salvare la donna. Nel 2011 Meriam ha sposato un uomo di fede cristiana, Daniel Wani, proveniente dal Sud Sudan. La coppia ha due bambini, Martin di 20 mesi, e Maya, nata la scorsa settimana in carcere. In base alla legge sudanese, i figli devono seguire la religione del padre.

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