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Disastro Indonesia, trovati centinaia di corpi

01 ottobre 2018 | 07.38
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(Foto Afp) - AFP
(Foto Afp) - AFP

Il bilancio ufficiale delle vittime del terremoto e dello tsunami che hanno colpito l'isola di Sulawesi è di 844 morti. Lo ha riferito il portavoce della protezione civile indonesiana, Sutopo Nugroho, spiegando che la cifra di 1.203 morti circolata nelle ultime ore non è un dato ufficiale e si basa su una stima. "I dati che abbiamo si riferiscono a vittime che sono state identificate, ha detto. I dispersi sono almeno 90, mentre le persone rimaste senza casa sono circa 48mila", ha aggiunto Nugroho.

L'Indonesia esorta la comunità internazionale ad aiutare il Paese, ormai in ginocchio: "Il presidente Joko Widodo ci ha autorizzato ad accettare gli aiuti internazionali per rispondere urgentemente al disastro", ha riferito Thomas Lembong, presidente dell'Investment Coordinating Board, l'agenzia indonesiana per il coordinamento degli investimenti. Ieri, il dipartimento di Stato Usa in un comunicato ha annunciato che gli Stati Uniti "sono pronti ad assistere" l'Indonesia nelle operazioni di soccorso.

La maggioranza delle vittime, finora si sono registrate nella città di Palu, che ha 300mila abitanti, completamente devastata dal terremoto e dal successivo tsunami. Centinaia di corpi sono stati trovati già ieri sulle spiagge e le autorità temono che ve ne siano ancora altri in mare. Per i corpi identificati si procederà con la sepoltura di massa per ragioni sanitarie dato che in città non c'è elettricità, acqua potabile e forniture di carburanti.

EVADONO CENTINAIA DI DETENUTI - Il terremoto che ha scosso l'Indonesia ha favorito l'evasione di 769 detenuti, fuggiti da due diverse carceri sull'isola di Sulawesi. Il sisma ha danneggiato i penitenziari nelle aree di Palu e Donggala, favorendo la fuga di massa. Le guardie presenti nelle strutture non hanno potuto ostacolare le maxi-evasioni.

Il ministro della Sicurezza, Wiranto, ha reso noto che le autorità hanno diramato "un ultimatum: hanno una settimana per consegnarsi", ha detto riferendosi ai detenuti. Il ministro ha ammesso che, al momento, la caccia agli evasi non rappresenta una priorità nel paese alle prese con le drammatiche conseguenze del terremoto e del successivo tsunami.

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