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Darnis (Iai): "Summit Italia-Francia dopo anni orribili, ricostruire su macerie"

26 febbraio 2020 | 17.57
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Il consigliere scientifico dello Iai e professore di relazioni franco-italiane all'Università della Costa Azzurra: "Vera svolta se ci sarà l'annuncio della ripresa dei lavori del Trattato del Quirinale"

Darnis (Iai):

Un summit per "ricostruire sulle macerie dopo due anni orribili" di polemiche, incomprensioni e strumentalizzazioni. Alla vigilia del vertice intergovernativo italo-francese a Napoli, il primo da quello del settembre del 2017 a Lione e a poco più di un anno (era il 7 febbraio del 2019) dal richiamo a Parigi dell'ambasciatore a Roma Christian Masset, che fece toccare il punto più basso nei rapporti fra i due Paesi, Jean Pierre Darnis, consigliere scientifico dello Iai e professore di relazioni franco-italiane all'Università della Costa Azzurra, spiega su che basi si potrà rilanciare l'amicizia tra Roma e Parigi. A cominciare dalla ripresa dei lavori del Trattato del Quirinale, che potrebbe segnare "una vera svolta".

"Gli ultimi due anni sono stati orribili per i nostri rapporti - commenta Darnis con l'Adnkronos - Non si era mai vista un'interruzione così lunga nei vertici fra i due Paesi, un periodo di relazioni tesissime, non solo per la lunga scia di problemi diplomatici, dai controlli dei migranti a Bardonecchia al divieto di attracco per le navi delle ong, dalle polemiche sul Cfa francese alla visita dell'allora leader del M5S Luigi Di Maio ai gilet gialli, che provocarono il richiamo dell'ambasciatore, ma anche per l'suo reciproco delle campagne politiche per le europee, con Macron e Salvini indicati in Italia e in Francia come i 'nemici'". "L'atmosfera è stata bruttissima, c'è stata una grande strumentalizzazione politica", osserva l'esperto francese, ricordando anche le tensioni legate al dossier Fincantieri-Stx e alla Libia.

"Sul dossier libico gli italiani sono sempre stati ultrasensibili - sottolinea Darnis - quasi paranoici. E' vero che dal 2011 i francesi hanno fatto una politica che poche volte ha preso in considerazione il fattore italiano e che Macron ha fatto anche alcuni passi falsi, ma il fatto è che alla base delle tensioni ci sono grandi divergenze di analisi: la grande preoccupazione di Parigi è il terrorismo, mai ben capita dagli italiani, la cui preoccupazione principale sembra invece essere il petrolio, l'Italia pensa alla Libia come ad un protettorato economico".

Ma adesso è il momento di "uscire da queste macerie e ricostruire", anche grazie al clima cambiato tra i due Paesi dopo la nascita del Conte II, pur tenendo presente che "i problemi di fondo non sono stati completamente cancellati", sostiene l'esperto. Un vero cambio di clima potrebbe avvenire con l'annuncio della ripresa dei lavori per il Trattato del Quirinale: "Sarebbe un'ottima notizia se questo avvenisse, sarebbe la vera svolta, nonostante possano permanere alcune posizioni divergenti. Redatto sulla falsariga del Trattato dell'Eliseo fra Francia e Germania, prevederebbe lo scambio di funzionari dei ministeri, consigli dei ministri comuni, per una migliore comprensione reciproca tra i due Paesi. Visto il livello di conflittualità recente, permetterebbe ai vari ministri di guardarsi in faccia a cadenza regolare".

Infine, tornando alla politica estera, il Sahel, regione centrale per la Francia nella sua battaglia al terrorismo: secondo Darnis, "sarebbe molto importante se vi fosse una sorta di condivisione strategica degli obiettivi e delle visioni: se l'Italia inizia a pensare al Sahel, inizia a capire la sua importanza per i francesi, allora la Francia potrebbe essere più disponibile ad accettare la sua leadership in Libia".

Un obiettivo tuttavia ancora abbastanza difficile da raggiungere, anche perché sul terreno "restano le rivalità tra eserciti e servizi, ma se dal vertice di domani emergesse una migliore comprensione delle strategie, forse si comincerebbe anche ad avere una riduzione di queste tensioni o quanto meno della loro percezione".

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