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Coronavirus, le scuole chiuse incrementano il lavoro minorile nei Paesi poveri

29 settembre 2020 | 11.35
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I bambini sono una facile fonte di manodopera a basso costo e le loro famiglie sono alla disperata ricerca di denaro

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Se c’è un caso di Covid a scuola, in Italia si mandano a casa gli studenti e gli insegnanti della classe frequentata dal ragazzo trovato positivo e si disinfestano gli spazi comuni con le altre aule, come palestre, corridoi e bagni. Quarantena a “compartimenti stagni”: difficilmente, in assenza di altri contagi, si provvede alla chiusura dell’intero istituto scolastico. Lo studente passerà 14 giorni presso la propria abitazione assieme ai familiari, anche loro in quarantena precauzionale. Le lezioni on-line sono la “soluzione” all’impossibilità di quelle in presenza.

Le cose non vanno esattamente allo stesso modo in tutte le parti del mondo. Lo racconta il New York Times, in un articolo che fa luce su ciò che accade agli studenti dei Paesi in via di sviluppo quando le loro scuole chiudono a causa del coronavirus. Banalmente, i bambini vanno a lavorare, accettando, soprattutto in India, lavori illegali e pericolosi, “potenzialmente rallentando – si legge – anni di progressi sociali, nel campo dell’alfabetizzazione, della frequenza scolastica e della salute”.

“In molte parti del mondo in via di sviluppo - si legge nel sito del giornale - la chiusura delle scuole ha messo i bambini nelle strade. Le famiglie sono alla disperata ricerca di denaro. I bambini sono una facile fonte di manodopera a basso costo". L'Onu stima che almeno 24 milioni di bambini abbandoneranno la scuola e milioni di questi potrebbero essere risucchiati nel lavoro illegale, come i bambini di dieci anni che raccolgono sabbia in Kenya o tagliano le erbacce nelle piantagioni di cacao in Africa occidentale o, ancora, come i ragazzini di 8 anni che in Indonesia si fanno dipingere d'argento e si mettono in servizio come statue viventi che chiedono l'elemosina.

L'aumento del lavoro minorile potrebbe erodere i progressi compiuti negli ultimi anni in materia di iscrizione scolastica, alfabetizzazione, mobilità sociale e salute dei bambini. "Tutte le conquiste sociali ottenute finora verranno annullate, specialmente in posti come l'India", ha detto Cornelius Williams, un dirigente dell'Unicef. Nel Paese asiatico i bambini sotto i 14 anni non sono autorizzati a lavorare, a meno che non sia in un'impresa familiare, come una fattoria, o in poche altre rare circostanze. Sono esclusi da luoghi di lavoro pericolosi come cantieri e fabbriche di sigarette. Ma a causa dell'interruzione causata dalla pandemia, sottolinea l’Unicef, ci sono meno ispezioni nei posti di lavoro.

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