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Riforme, Renzi: "Dialogo aperto ma niente mercimonio degli emendamenti"

16 febbraio 2015 | 18.47
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Il premier alla Direzione del Pd: "Questo non è il mercante in fiera ma la Carta costituzionale, non è accettabile un do ut des rispetto alla presenza in aula. Se scappano dall'aula è un fatto negativo, ma non ci facciamo fermare". In Cdm venerdì, annuncia, "misure un po' più di sinistra sul lavoro e un ddl sulla concorrenza"

Riforme, Renzi:

Sulle riforme bisogna "tenere aperto il filo del dialogo ma non con un mercimonio degli emendamenti. Questo non è il mercante in fiera ma la Carta costituzionale, non possiamo pensare che sia accettabile un 'do ut des' rispetto alla presenza in aula". Lo ha detto Matteo Renzi alla Direzione del Pd.

"Propongo di continuare in modo costante e tenace a trovare le ragioni degli accordi e delle intese con tutte le opposizioni, ma a noi spetta il compito di guidare la macchina e non rallentare", ha continuato il premier.

"Che le opposizioni scappano in aula è un fatto negativo, ma non ci facciamo fermare dal tentativo di fermare tutto - ha detto il premier -. Se accettassimo l'idea che l'arma dell'ostruzionismo possa fermare il nostro lavoro accettiamo che questa legislatura è quella in cui il sì e il no lo danno le opposizioni e non la maggioranza".

"Io so - ha continuato Renzi - che noi arriveremo al 2018 facendo le riforme. Spero anche con Forza Italia, ma non avendo dato diritto di veto al Pd non lo diamo neanche a Brunetta".

A proposito di riforme, ha detto Renzi, "spero nell'ultimo Consiglio dei ministri di febbraio" si possa chiudere la riforma della scuola con "un provvedimento d'urgenza e un disegno di legge delega". Sempre nel Cdm, "venerdì faremo misure un po' più di sinistra" sul lavoro, a partire dai "decreti attuativi per la fine della miriade di co.co.co, il dl sulla maternità e quello che consente di superare il modello vecchio stile di precariato".

Inoltre, ha annunciato il presidente del Consiglio, sempre venerdì in cdm "approveremo un ddl sulla concorrenza che sia un ulteriore passo verso una maggiore liberalizzazione di alcune realtà, ma non sia percepita come un attacco alle certezze di cui ha bisogno il nostro sistema. Se andiamo dal notaio meno volte non è un problema".

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