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Siri, deciderà Conte

24 aprile 2019 | 16.10
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Il premier aspetta a pronunciarsi: "Lo ascolterò". Resta alta la tensione nella maggioranza. Salvini: "Si sciacqui la bocca chi parla di mafia e Lega". Di Maio: "C’è differenza tra garantismo e paraculismo"

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

Il caso Siri sta infiammando il confronto nell'esecutivo tra M5S e Lega, insieme al 'Salva Roma'. Luigi Di Maio chiede l'allontanamento del sottosegretario dal governo ("Torni a fare il senatore") e Matteo Salvini sottolinea di avere "piena fiducia nella magistratura". Nel messo c'è il premier Giuseppe Conte. "Ora non mi pronuncio" sul caso Siri. "La mia posizione è innanzitutto ascoltare e chiederò al sottosegretario di condividere la posizione finale", ha detto il presidente del Consiglio parlando con la stampa e aggiungendo che "la posizione dei Cinque stelle su Siri è legittima. Anche su Marcello De Vito hanno assunto posizioni drastiche e io stesso ho dichiarato che, pur nel rispetto dell'innocenza, quella posizione era legittima".

"Incontrerò Siri, lo guarderò negli occhi e poi ovviamente ci sarà una valutazione e chiederò a lui di condividere la decisione finale. Ora non parlo perché non mi sembrerebbe corretto assumere una decisione, qualunque essa sia, senza aver parlato con il diretto interessato" ha chiarito il premier. "Prenderò la mia decisione - ha spiegato - tenendo conto del principio di innocenza a cui come giurista sono molto sensibile. Tuttavia preciso che nel campo politica conta ed esiste anche un principio di etica pubblica. E l'etica pubblica impone anche di fare una valutazione a caldo, su quelle che sono le ipotesi accusatorie. Confrontarsi, verificarle, e se nel caso, non aspettare la sentenza che passi in giudicato. Chiaro?". "In questo momento - ha precisato - non sono né per le dimissioni, né contro e il sottosegretario ha tutto il diritto di non essere infangato, di non essere disonorato". A quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio sentirà telefonicamente il sottosegretario Siri prima della partenza per la Cina. E l'incontro tra Conte e Siri si terrà al rientro del premier in Italia.

Matteo Salvini, a chi gli chiedeva se avesse ricevuto una richiesta di dimissioni per il sottosegretario della Lega da parte del premier, ha risposto con un secco "no". "Abbiamo piena fiducia nella magistratura perché lavori bene e serenamente" le parole del leader leghista. Che ha anche avvertito: "Si sciacqui la bocca chi parlando mette in relazione Lega e mafia". Il titolare del Viminale è poi tornato sulla vicenda a margine dell'inaugurazione di un comitato elettorale a Bergamo. "Contiamo su una magistratura efficiente, rapida e veloce. Né io né il premier facciamo il giudice, il magistrato o l’avvocato. Io aspetto la magistratura, siamo in un Paese civile, dove non si è colpevoli o innocenti così, in base a una occhiata - ha scandito - Se qualcuno sbaglia paga, in Lega lo abbiamo dimostrato. Non mi basta mezzo articolo di giornale".

Oggi Luigi Di Maio è nuovamente intervenuto sul caso Siri arrivando a Taranto. "Io e Salvini abbiamo fatto grandi cose insieme in questi mesi e abbiamo improntato questo governo su un rapporto di fiducia. Ora stiamo chiedendo un ulteriore atto di fiducia - ha detto Di Maio - Se la Lega non c'entra niente con queste accuse che vengono fatte a Siri, dimostri la propria estraneità ai fatti, allontanando Siri dal governo perché altrimenti io comincio a preoccuparmi a vedere Salvini e la Lega difendere a spada tratta Siri". Poi su Facebook ha rincarato: "Sulla legalità passi indietro non ne faremo mai. Se qualcuno crede che il MoVimento 5 Stelle possa diventare come tutti gli altri partiti si sbaglia. C’è una gran bella differenza tra garantismo e, diciamola così, paraculismo. Per noi se una persona viene arrestata o indagata per corruzione deve lasciare. Se non lascia, lo accompagniamo noi fuori dalla porta. Senza aspettare i magistrati". "A qualcuno non sta bene questo metodo? Ok, voti il Pd, voti Forza Italia, voti chi gli pare ma non il MoVimento 5 Stelle - ha incalzato il capo politico dei grillini - Ve lo chiedo proprio con il cuore: se pensate che il Movimento debba cambiare approccio, se pensate che di fronte a un’inchiesta dove ci sono di mezzo dei mafiosi la cosa giusta da fare sia attendere e meditare, andate altrove. Aria. Il MoVimento 5 Stelle si riconosce in due principi, che io innanzitutto ritengo fondamentali: l’etica e il rispetto".

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