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Taglio parlamentari, ok Camera

09 maggio 2019 | 15.45
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Via libera con 310 voti a favore

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La Camera ha approvato con 310 voti a favore, 107 contrari e 5 astensioni la proposta di legge che modifica gli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari, già approvata in prima deliberazione dal Senato.

"Mentre gli altri parlano, il MoVimento 5 Stelle va avanti. Passo dopo passo, non ci fermiamo" ha scritto il vicepremier Luigi Di Maio su Facebook. "Basta chiacchiere e polemiche - ha aggiunto - pensiamo ai fatti! Grazie ministro Fraccaro per lo straordinario lavoro che stai svolgendo! Ah, il Pd ovviamente ha votato contro! Ma cosa vi aspettavate? Le loro controproposte sono state una legge per aumentarsi gli stipendi e un’altra per reinserire il finanziamento pubblico ai partiti".

L'asse portante della riforma costituzionale di riduzione del numero di parlamentari prevede il passaggio da 630 a 400 deputati, da 315 a 200 senatori elettivi, con un massimo di 5 senatori a vita di nomina presidenziale, mentre non viene modificata la norma che prevede che gli ex Presidenti della Repubblica siano senatori di diritto e a vita. Il taglio è pari al 36,5 per cento del numero attuale dei parlamentari, passando da complessivi 945 a 600. I deputati eletti nella circoscrizione Estero saranno otto e non più dodici, i senatori quattro invece che sei.

Il testo interviene anche sulla previsione costituzionale dell'articolo 57, terzo comma, che individua un numero minimo di senatori per ciascuna Regione. Rispetto al testo vigente, si stabilisce che è pari a tre il numero minimo di senatori elettivi per ciascuna Regione o Provincia autonoma; resta immutata la rappresentanza senatoriale del Molise (due senatori) e della Valle d'Aosta (un senatore).

La riduzione del numero dei parlamentari verrà applicata a partire dalle prime elezioni successive all'approvazione della legge, a patto che siano trascorsi almeno 60 giorni dalla sua entrata in vigore. Parallelamente è in corso l'esame della proposta di legge, già licenziata dal Senato, che rende "neutra" la normativa elettorale rispetto al numero dei parlamentari fissato dagli articoli 56 e 57 della Costituzione, in modo che eventuali modifiche del numero dei deputati e dei senatori non richiedano specifici interventi di armonizzazione della normativa elettorale stessa.

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