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Vespa contro stop 'Porta a Porta': "Mio tampone negativo"

10 marzo 2020 | 11.29
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Il conduttore: "Visto Zingaretti, ma non esiste alcuna ragione sanitaria. Decisione dal sapore politico che preoccupa". La replica del consigliere Rai

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Nicola Zingaretti è venuto a 'Porta a porta' nel pomeriggio di mercoledì scorso e ha manifestato i primi sintomi di positività al virus sabato. Il direttore generale dello Spallanzani, professor Ippolito, mi ha confermato che il rischio si limita alle persone che nelle 48 ore precedenti (e non 72, come nel nostro caso) abbiano avvicinato la persona infetta per più di mezz’ora a meno di un metro di distanza. Questo con Zingaretti non è avvenuto. Non esiste pertanto alcuna ragione sanitaria si cui si fondi il provvedimento". Lo sottolinea Bruno Vespa, in una nota in cui contesta la decisione della Rai di sospendere le trasmissioni di 'Porta a Porta'.

"Poiché si è creato un allarme diffuso a via Teulada e tra i personaggi dello spettacolo ospiti della prima serata di venerdì, ho chiesto domenica - sottolinea ancora Vespa - di poter fare un tampone per tranquillizzare tutto il nostro mondo. Com'era prevedibile, il tampone ha dato esito negativo. Ieri sera il presidente della Società italiana di Pneumologia e ordinario nell’Università Cattolica, professor Richeldi mi ha rilasciato un certificato di buona salute e asintomaticità, ritenendo che io possa andare in onda dal nostro studio. Pronto a ripetere i controlli quando necessario". "L’altra sera -aggiunge il conduttore- il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, professor Brusaferro, mi ha confermato che l’arco temporale del contagio è tra i 4 e i 7 giorni. Nella settima successiva si manifestano casi poco frequenti. Facendomi carico delle ansie del mondo produttivo del Centro tv di via Teulada, ho chiesto di poter condurre la trasmissione in collegamento da casa mia. Nemmeno questo mi è stato accordato".
"E’ sconcertante che mentre il Paese chiede sempre più informazione si chiuda una trasmissione importante senza un motivo ragionevole. Debbo purtroppo concludere punta il dito Vespa - che la direzione aziendale ha tenuto conto del parere del segretario Usigrai che da sempre considera ‘Porta a porta’ un abuso. Ma questo dà alla decisione un sapore politico che mi preoccupa". "Mi auguro perciò -conclude il conduttore- che domani e dopodomani ‘Porta a porta’ possa andare regolarmente in onda nelle modalità che saranno concordate.Mi scuso con gli invitati di questa sera: l’onorevole Giorgia Meloni, il presidente dell’Iss Brusaferro, il professor Galli del Sacco di Milano".

LA REPLICA - "In qualità di dipendente prima e consigliere di amministrazione Rai poi, credo sia necessario ricordare al dottor Vespa (collaboratore esterno Rai) che la decisione di sospendere a titolo cautelativo fino a giovedì prossimo la trasmissione 'Porta a Porta' è stata presa in virtù del principio che, in questo momento, deve essere la stella polare per tutta l’azienda ed i suoi amministratori: la salute di tutti le lavoratrici e i lavoratori del gruppo Rai". Lo dice all'Adnkronos il consigliere della Rai eletto dai dipendenti Riccardo Laganà che spiega: "Ho ricevuto decine di telefonate e messaggi da dipendenti preoccupati per la situazione dello studio 5 di Via Teulada (dove si registra 'Porta a porta, ndr) e non penso che oggi sia né utile, né corretto verso i colleghi che non hanno avuto accesso alla prova del tampone o analisi mediche di alto livello come il Dott. Vespa, alimentare dietrologie politiche o critiche di alcun tipo al Servizio Pubblico. Francamente, non ne sentiamo il minimo bisogno".

"La scelta dei vertici Rai di mettere in sicurezza una situazione 'dubbia' venutasi a creare con l’ingresso in Azienda del Presidente Zingaretti - evidenzia Laganà - è da ritenersi sacrosanta e rispetta in pieno, anche alla luce del recente Dpcm, tutte le norme di cautela che lo Stato e quindi la Task Force aziendale ci chiedono di mettere in atto giorno dopo giorno durante questa emergenza. Comprendo il momento di grande stress ma in un contesto in cui vengono chiesti a tutti sacrifici ed il massimo rispetto delle regole, nessuno può pensare di non seguire le disposizioni aziendali, che è utile ricordare, valgono per i dipendenti ma anche per tutti i collaboratori esterni del gruppo Rai".

(segue)

"Spiace leggere dai lanci di agenzia - non manca di sottolineare Laganà - che per qualcuno la sospensione del programma sarebbe da ascrivere ad una presunta censura di matrice politica. Amareggiano le parole del conduttore contro Vittorio Di Trapani segretario Usigrai quelle sì dal sapore politico; non è banale contrapposizione ma la difesa al diritto alla salute espresso dalla Costituzione. E' in gioco la salute collettiva. Dovrebbe essere chiaro a tutti: conduttori televisivi ed esponenti politici di ogni schieramento. Sono certo che in questi giorni di 'cautela' - dice Laganà - la produzione tv e radio, le colleghe e colleghi giornalisti delle Testate news nazionali, regionali e reti, unitamente al personale Rai redazionale e tecnico impegnato sul campo, sapranno informare lo stesso e come sempre nel migliore dei modi il pubblico".

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