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Roma, Stefàno: "Non voglio fare sindaco, Raggi ok se prende posizioni più nette"

17 settembre 2020 | 11.15
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Roma, Stefàno:

“Non ho ambizioni di fare il sindaco o avere ruoli particolari, ma voglio portare avanti una visione della città e lavorare con chi ha la mia stessa visione. Virginia deve prendere decisioni più nette e anche di rottura, prenda esempio da Anne Hidalgo: a Parigi la sua rielezione è stata un plebiscito”. Enrico Stefàno, presidente della commissione Trasporti del Campidoglio e primo a criticare l'annuncio di candidatura di Virginia Raggi, in una conversazione con l'Adnkronos torna sul tema della rielezione di Raggi e mette in chiaro: “Non abbiamo creato nessuna corrente con gli altri quattro colleghi” presidenti di commissione (Agnello, Sturni e i due dimissionari, Iorio e Terranova, ndr), “abbiamo solo voluto mettere sul piatto un contributo alla discussione per la prossima consiliatura: ne va a beneficio della città e anche di Virginia Raggi. E sia chiaro: non 'capeggio' nessuna corrente, siamo colleghi che vogliono porre questi argomenti per il bene della città”.

“Non si può mettere tutto insieme e accontentare tutti, questo è interventismo ingenuo. Per esempio con la Ztl aperta e la decisione di ampliare gli spazi esterni con i tavolini per aiutare i ristoratori. Sono decisioni che confliggono, fai danno e su alcuni temi come questo si è fatto fatica a prendere decisioni nette, che sono invece quelle che appassionano i cittadini. Secondo me avere le idee chiare, in politica, paga sempre magari non subito su certe cose un po' scomode. Cercare di mettere tutti insieme è dannoso per la città e anche politicamente non paga. Soprattutto in questa fase di incertezza. Mettere pezze qui e lì fa morire la città, e anche chi porta avanti questa visione. Questa è una città assuefatta che lentamente muore, e c'è la mania di accontentare un po' tutti”.

Uno dei temi di rottura citati da Stefàno “passa, per esempio, necessariamente dalla demotorizzazione della città. Non è più rimandabile, è una parte fondamentale. Non è la fissazione di un ambientalista né guerra alle auto private, io stesso possiedo un'ibrida, ma è necessaria anche per motivi sociali economici e non bastano due strisce per terra, serve un'azione trasversale a tutto campo per cambiare le strade. E questa visione della città che vorremmo passa obbligatoriamente dalla demotorizzazione”.

Da questo punto di vista “non so perché al nostro interno questo dibattito sia mancato. Non se se per paura o per altro, sicuramente mettere un certo tipo di temi al centro ti aiuta a far alzare il dibattito che altrimenti resta scadente”. E' un limite della sindaca? “No, non mi sento di dare una colpa a lei personalmente, però è chiaro che questo salto di qualità vada fatto e siamo tutti in tempo per farlo. Se mettesse al centro tutta una serie di temi certamente la rivoterei. Quello che mi interessa è un certo tipo di visione della città che vada avanti. Poi se la porta avanti tizio caio o sempronio è un aspetto che mi pongo dopo”.

“Ho a cuore che la città faccia un salto di qualità, che ripensi veramente il proprio ruolo e i propri spazi, cosa che noti in parecchie città, all'estero ma anche in Italia, che sono diventate attrattive, C'è gente che ha il gusto di camminare e viverle, a Roma onestamente siamo indietro: un po' perché campiamo sul passato, un po' per la struttura urbanistica stratificata negli anni. Oggi Roma è meno attrattiva per molti settori, anche per un certo tipo di turismo. C'è il sole, c'è il Colosseo, ma va ripensata la città altrimenti muore".

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