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Il caso

Flop dei sondaggisti in Usa: "Elettori di Trump 'bugiardi' sulle intenzioni di voto"

09 novembre 2016 | 14.16
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(Afp)
(Afp)

Campioni troppo esigui di elettori bianchi di ceto basso; eccessivo affidamento nel dato demografico; troppi elettori di Trump 'bugiardi' che hanno mentito sulla loro reale intenzione di voto; media ostinati a negare l'evidenza. Sono alcuni dei fattori, secondo esperti americani, che hanno contribuito al fallimento delle previsioni di voto nei sondaggi che si sono susseguiti nella campagna elettorale per la corsa alla Casa Bianca.

Un errore già commesso un anno fa, quando la vittoria della nomination Repubblicana da parte di Donald Trump era stata data per impossibile. Oggi il nuovo flop delle previsioni: la giornata elettorale è iniziata forte delle certezze dei sondaggi che davano Clinton vincente, ed è finita nel modo opposto. Ad interrogarsi sulle cause del fallimento delle inchieste nel prevedere l'esito del voto, sono gli esperti interpellati dalla stampa americana.

Per Geoff Garin, sondaggista democratico, molte inchieste hanno preso in considerazione un campione troppo esiguo di elettori bianchi con livello di istruzione inferiore al college, gruppo all'interno del quale Trump - spiega a 'Politico' - era particolarmente popolare. Inoltre è stata eccessivamente enfatizzata la certezza per cui la crescente diversità demografica del paese avrebbe automaticamente premiato Clinton portandola alla vittoria. "Si è voluto credere troppo nel fatto che la demografia decide il destino e che la demografia avrebbe determinato un certo risultato". "Ma la realtà è apparsa molto diversa".

"I sondaggisti hanno perso molta credibilità e non verranno creduti per un bel pezzo", commenta a Politico Jonathan Barnett, esponente politico repubblicano dell'Arkansas. "Il loro modo di operare non funziona più".

Tra gli analisti ed esperti di inchieste c'è chi spiega il divario tra previsioni e risultato parlando di "elettori di Trump nascosti", gente che si sentiva in imbarazzo a confidare anche in via del tutto anonima ai sondaggisti che avrebbero votato per il tycoon. "Perché i sondaggi si fondano sulla premessa che gli elettori siano completamente onesti parlando con perfetti sconosciuti", sottolinea Ned Ryun, repubblicano, a capo di un gruppo chiamato "American Majority".

E poi, ricordano altri, Trump è stato aiutato nei sondaggi e nella sua popolarità dall'annuncio fatto a 11 giorni dal voto dall' Fbi dell'esistenza di nuove prove relative all'inchiesta sulla gestione di informazioni riservate da parte di Hillary Clinton e dei suoi assistenti al Dipartimento di Stato. Domenica, il direttore del FBI James Comey ha annunciato che l'agenzia aveva completato la sua revisione delle prove e che non avrebbe portato avanti le accuse contro Hillary. Ma il danno ormai era fatto.

Infatti Trump ha superato di gran lunga le previsioni negli stati in cui il voto anticipato era stato più basso, New Hampshire, Pennsylvania e Virginia. "Quei titoli negativi le hanno nuociuto", spiega il conservatore Brendan Steinhauser, critico di Trump. "Trump ha avuto lo slancio e l'entusiasmo al momento giusto".

C'è poi chi tra i sostenitori di Trump punta il dito contro i media e gli analisti che si sono ostinati a negare l'evidenza: "Anche di fronte a sondaggi che dimostravano come si trattasse di un testa a testa serrato, dicevano tutti che Trump praticamente non aveva alcuna possibilità. Era perché non riuscivano ad immaginare che potesse accadere", spiega Curt Anderson, sostenitore di Trump. "Vivono in una bolla, ma ora qualcuno l'ha fatta scoppiare".

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