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Forum del terzo settore, serve cabina regia per la governance

05 dicembre 2014 | 09.12
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Forum del terzo settore, serve cabina regia per la governance

Fondazioni e realtà not for profit come attori protagonisti della crescita. È questo il quadro che emerge dalle conclusioni del convegno “Valore, innovazione, integrazione: Social Economy motore di sviluppo” promosso oggi da Fondazione EY Italia Onlus con il contributo di Fondazione Cariplo e la partecipazione di circa 300 realtà del Terzo Settore al Centro Congressi Fondazione Cariplo.

La cosiddetta “social economy” sembra oggi in Italia l’unica forza in grado di portare reale sviluppo e confermare quel “valore sociale” che appartiene a tutti gli attori della scena economica. E per determinare una reale utilità sociale occorre partire da una metodica analisi dei bisogni ai quali rispondere, trasformati dagli ultimi 5 anni di crisi economica e instabilità nei Paesi confinanti.

Approfondendo il tema della governante del Terzo Settore è emerso un importante gap tra domanda e offerta. Alla mancanza di una fotografia chiara dei veri bisogni dei cittadini si affianca infatti la non consapevolezza dei servizi disponibili. Occorre perciò una mappa che metta in contatto diretto fruitori e fornitori di questi servizi, anche per poter misurare il loro reale impatto sociale.

Bisogna puntare a un modello di governance relazionale, l’unico in grado di assicurare agli attori la possibilità di collaborare attivamente alla programmazione delle politiche anziché alla loro mera esecuzione e l’identificazione di interlocutori stabili all’interno delle Amministrazioni. Un approccio che, unito al know-how specifico degli operatori del not for profit, permetterebbe un’ottimizzazione del processo per la programmazione degli interventi e per il loro finanziamento. La creazione di un network offrirebbe un’opportunità, inoltre, per mettere in rete risorse e competenze, evitando così ridondanze, duplicazioni e dispersioni di energie e facilitando invece la “messa a sistema” di progetti integrati. In sintesi si tratta di una “cabina di regia” centrale e istituzionale, declinata a livello territoriale e settoriale, in cui fondazioni, realtà not for profit, imprese e istituzioni lavorino in rete nella ricerca delle risposte più adeguate ai bisogni di welfare emergenti.

Dalla riflessione generale è emerso poi il tema dell’accesso ai fondi pubblici, soprattutto a quelli europei, complicato da norme e procedure che solo le realtà not for profit più grandi e strutturate possono affrontare efficacemente, a grave discapito di una distribuzione equa delle risorse. E si è inoltre posta l’attenzione su nuovi strumenti finanziari in grado di facilitare un più ampio sviluppo. Le realtà del Terzo Settore nella loro gestione economica possono beneficiare di metodi e meccanismi sperimentati in ambito profit da adattare alle realtà not for profit. Da questo punto di vista sono emersi quattro aspetti importanti da valorizzare: la crescita manageriale, lo sviluppo del fundraising, la strategia di comunicazione e un posizionamento qualitativo del settore, l’accountability e la misurazione dell’impatto sociale.

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