Gay, Costa: ''Trascrizioni? Solo bandierine senza effetti giuridici''

Dalla riforma della giustizia, con la 'rivolta' dei magistrati sulle ferie, alla trascrizione delle unioni gay fino alla ''lezione al parlamento'' data dal capo dello Stato Giorgio Napolitano sulla Consulta. Il viceministro della Giustizia Enrico Costa, ospite di 'Incontri Adnkronos', interviene sui principali temi caldi del dibattito politico.

GAY - "Attualmente non ci sono le condizioni e le basi giuridiche per procedere alle trascrizioni" delle unioni gay celebrate all'estero. A giudizio di Costa, "invece di addossare la responsabilità su chi fa rispettare queste norme, sarebbe bene lavorare per eventualmente modificare e adeguare le norme". "Sotto questo profilo -ha aggiunto- ritengo che gli atti di trascrizione fatti in questi ultimi giorni attengano più alla propaganda, alla visibilità, alla voglia di piazzare una bandierina e abbiano l'obiettivo di stimolare l'iniziativa legislativa. Quanto agli effetti giuridici -ha concluso- mi pare che siano pressoché nulli".

CONSULTA - Per superare lo stallo parlamentare giunto alla ventesima 'fumata nera', i rappresentanti dei Gruppi dovrebbero ''sedere intorno a un tavolo coordinati, io spero, dai presidenti di Camera e Senato, per giungere ad una soluzione equilibrata" per quanto riguarda l'elezione degli ultimi due giudici della Corte costituzionale, ha detto il viceministro della Giustizia. "Il Parlamento, che oggi vive di tre poli, ha superato anche quella che è la ragione di questa grande maggioranza qualificata prevista per la nomina dei giudici costituzionali. Non è più sufficiente che si accordino due di questi poli, maggioranza e una parte dell'opposizione, per pensare di superare questa fase di stallo". A giudizio di Costa "è necessaria una condivisione più ampia . Il Capo dello Stato ha dato una lezione al Parlamento, ha anticipato tutti e ha nominato ad effetto differito due giudici costituzionali. E' un messaggio al Parlamento, si chiede di porre in essere un atto di maturità".

RIFORMA, ANM E FERIE - Il dibattito sulla riforma della Giustizia "ha assunto una progressione in termini di polemica da parte dell'Anm in concomitanza con l'inserimento nel decreto della norma che tocca le ferie dei magistrati", sottolinea Costa. ''Noi riteniamo che questa norma sia funzionale a un disegno di velocizzazione del processo e di aggressione dell'arretrato", ma a giudizio di Costa non è opportuno "concentrare la propria protesta su questo aspetto. Io sono convinto che la stragrande maggioranza dei magistrati non abbia mai fatto 45 giorni di ferie. Soprattutto quelli che lavorano più silenziosamente e più anonimamente negli uffici giudiziari più piccoli". Quella sulle ferie "mi pare più una battaglia che l'Anm, tiene ad affrontare in quanto 'sindacato'. Ho parlato con molti magistrati, ho capito che questo tema non è in cima ai loro pensieri. Penso che molti siano interessati a discutere come si svolgerà la riforma, come si affronteranno i temi. Credo che l'Anm su questa questione abbia voluto dare un segnale di testimonianza, di presenza. Ora lasciamoci indietro le polemiche e parliamo degli aspetti concreti della riforma. Anche l'avvocatura ritiene che su alcuni profili ci debbano essere dei miglioramenti, però ha apprezzato il metodo. Io -ha concluso Costa- auspico che d'ora in avanti anche con l'Associazione Nazionale Magistrati, superata questa fase, ci potrà essere di nuovo un approccio costruttivo".