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Giunta Raggi senza pace, dopo Minenna e Muraro un nuovo colpo con Marra

16 dicembre 2016 | 11.44
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(Fotogramma)
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Non c'è pace per la giunta comunale di Virginia Raggi. L'arresto di Raffaele Marra, ex vice capo di gabinetto del Campidoglio e a capo del Personale, fedelissimo della sindaca, è solo l'ultimo, forse più pesante, colpo alla squadra capitolina pentastellata. Solo tre giorni fa era venuto meno un altro pezzo importante della giunta, l'assessore alla Sostenibilità ambientale Paola Muraro: dopo mesi vissuti sulle montagne russe, nella notte tra lunedì e martedì scorsi, la resa finale con le sue dimissioni per un avviso di garanzia nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Roma sui rifiuti.

Un addio arrivato a solo tre mesi e mezzo dal passo indietro, il primo settembre, di altri due esponenti da novanta della squadra pentastellata: l'ex capo di Gabinetto Carla Raineri e l'ex assessore al Bilancio Marcello Minenna.

A catena, lo stesso giorno, si sono dimessi l'amministratore unico di Ama Alessandro Solidoro e, in aperta polemica con l'assessore alla Città in movimento Linda Meleo, anche il dg e l'amministratore unico di Atac, Marco Rettighieri e Armando Brandolese. Mentre ad agosto scorso nelle municipalizzate un primo terremoto c'era già stato con l'addio del presidente di Ama Daniele Fortini.

Ma le grane per la giunta Raggi sono partite da lontano. Un primo caso di assessore 'fatto fuori' ancor prima dell'ingresso, ufficiale, al Campidoglio è stato quello di Andrea Lo Cicero. Ex rugbista, era stato annunciato nella squadra della Raggi, alla vigilia del ballottaggio, per ricoprire il ruolo di assessore allo Sport.

La sua designazione aveva scatenato subito qualche polemica, finendo nel mirino delle associazioni gay che lo accusavano di linguaggio omofobo a causa di alcune sue vecchie dichiarazioni rilanciate sui social. Il rugbista è arrivato comunque a un passo da Palazzo Senatorio tanto da partecipare, il 6 luglio scorso, a una prima riunione 'informale' con la prima cittadina. "Io emozionato? Come un bimbo", aveva risposto prima di partecipare all'incontro. Il giorno dopo però, quando la sindaca ha ufficializzato i nomi della giunta in assemblea capitolina, quello di Lo Cicero è 'saltato', 'sacrificato' presumibilmente per rispettare le 'quote rosa'.

Anche la strada per arrivare alla nomina del successore di Minenna è stata costellata da polemiche e assessori in pectore 'sfumati'. E' accaduto prima con l'ex procuratore regionale della Corte dei Conti del Lazio Raffaele De Dominicis, poi con il consigliere della Corte dei Conti Salvatore Tutino.

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