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Gorbaciov, Stefanini: "Putin non va a funerali? Ex presidente era suo contrario"

02 settembre 2022 | 13.45
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Per il senior advisor dell'Ispi, "l'ultimo presidente dell'Urss non è stato profeta in patria, ma i suoi meriti sono quelli dell'apertura verso una libertà che il suo Paese non aveva mai avuto"

Mikhail Gorbaciov (foto Adnkronos)
Mikhail Gorbaciov (foto Adnkronos)

“Non c'è da meravigliarsi dell’atteggiamento di Putin di fronte alla morte di Gorbaciov, che ha rappresentato il suo esatto contrario, avendo lasciato che le repubbliche ex sovietiche scegliessero liberamente la propria indipendenza, mentre l’attuale presidente russo cerca di portare l’Ucraina sotto il controllo di Mosca con la forza”. Lo ha detto all’Adnkronos Stefano Stefanini, senior advisor dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (Ispi), commentando il freddo omaggio di Putin alla salma di Gorbaciov e la sua decisione di non partecipare domani ai funerali dell’ex presidente russo morto martedì scorso.

“Gorbaciov ha realizzato una cosa impossibile - aggiunge Stefanini - un'autentica coesistenza pacifica fra due blocchi contrapposti per 40 anni di guerra fredda, assieme alla speranza di miglioramento economico e sociale per i russi che purtroppo non è stato in grado di realizzare, e questo ha portato a uno scontento generale dei russi nei suoi confronti. Non è stato profeta in patria, ma i suoi meriti sono quelli dell'apertura della Russia verso una libertà che non aveva mai avuto e verso il mondo esterno che non aveva mai conosciuto. Si tratta di meriti enormi, che trascendono rispetto all'insuccesso delle sue riforme economiche e l'incapacità - che i suoi critici gli rimproverano - di tenere insieme l'Unione Sovietica”.

"Ho vissuto una stagione nella quale Gorbaciov ha portato un raggio di speranza - prosegue Stefanini, che è stato tra l'altro ambasciatore alla Nato - mentre Putin ha dimostrato il contrario, chiudendo la società russa alla libertà, passando dalla coesistenza con l'Occidente al confronto. Gorbaciov lasciò il sistema comunista finisse praticamente senza spargimenti di sangue. Ci furono scontri nei Paesi baltici e anche nel Caucaso, che vanno visti sullo sfondo dell'enormità dei problemi dell'Unione Sovietica e l'enormità dell'aver concesso la libertà alle altre repubbliche, oltre che a tutti i Paesi dell'Europa orientale. Anche questo è l'opposto di ciò che Putin sta facendo. Non c'è quindi da stupirsi se, dopo aver dato un riconoscimento formale di quello che è stato l'ultimo presidente e leader dell'Urss, Putin non abbia voluto rendere omaggio a Gorbaciov. Purtroppo anche in questo ha cavalcato l'ondata di persistente impopolarità di Gorbaciov in patria".

"Ai posteri l'ardua sentenza - conclude il consigliere dell'Ispi - I russi confronteranno le difficoltà anche economiche che hanno riguardato le riforme di Gorbaciov, che dopo i difficilissimi anni '90 hanno portato alla situazione di benessere che prima la Russia non conosceva, con la situazione in cui Putin lascerà il suo Paese, che ha posto su un piano di guerra. Il livello di libertà, anche dell'informazione, che esisteva nella Mosca di Gorbaciov che ho conosciuto personalmente dal '90 al '93, è impensabile nella Russia contemporanea di Putin, dove l'informazione è addomesticata, piegata e strumentalizzata dalla propaganda e dalla ventata di nazionalismo su cui il regime poggia. Sappiamo, anche per l'esperienza che abbiamo fatto in Italia e in Europa, che quando un regime riesce a controllare tutti gli strumenti di propaganda, porta con sé anche l'opinione pubblica... almeno fino a quando non va a sbattere contro qualche ostacolo come spesso gli autocrati fanno".

(di Cristiano Camera)

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