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Greta e Vanessa ascoltate dai pm: nessuna violenza sessuale

16 gennaio 2015 | 08.13
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A 24 ore dalla liberazione sono ancora in stato di choc. Un account Twitter riconducibile ai miliziani di al-Nusra smentisce che il gruppo, legato ad al-Qaeda, abbia ricevuto denaro dall'Italia. Gentiloni: "Nessun riscatto". Lega e M5s all'attacco. Le due volontarie erano state rapite a luglio (SCHEDA). A dicembre il video nel quale dicevano di "essere in pericolo" (VIDEO). Il papà aveva detto: "Le rivedremo a breve"

(Infophoto) - INFOPHOTO
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Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due cooperanti italiane rapite nel luglio dello scorso anno in Siria e rilasciate ieri, non hanno subito violenze sessuali durante i cinque mesi trascorsi nelle mani dei sequestratori. Nelle quattro ore di interrogatorio davanti ai pm della Procura di Roma le due giovani, arrivate alle 4 di venerdì mattina all'aeroporto di Ciampino, hanno ricostruito i cinque mesi 'difficili' vissuti da prigioniere.

A 24 ore dalla loro liberazione sono ancora in stato di choc. Durante i colloqui con i magistrati, secondo quanto si è appreso, le due cooperanti hanno ricostruito momento per momento il sequestro.

Le due volontarie ai pm hanno detto di non essere al corrente di nessun riscatto pagato per la loro liberazione. Nulla, inoltre, hanno saputo dire di padre Dall'Oglio, rapito nel luglio 2013 in Siria.

I verbali dell'interrogatorio sono stati secretati. Ora i magistrati della Procura disporranno una serie di accertamenti e valuteranno le risposte avute oggi dalle due ragazze alle loro domande. Non è escluso che le due cooperanti debbano essere nuovamente ascoltate.

Mercoledì prossimo è in programma l'audizione del direttore generale del Dis Giampiero Massolo di fronte ai parlamentari del Copasir e tra i temi che saranno affrontati, apprende l'Adnkronos, ci sarà anche la vicenda di Greta e Vanessa.

Intanto continuano a rincorrersi conferme e smentite, anche tra gli stessi jihadisti, sul pagamento di un riscatto per la liberazione delle due italiane. Un account Twitter riconducibile ai miliziani siriani del Fronte al-Nusra smentisce che il gruppo, legato ad al-Qaeda, abbia ricevuto denaro dall'Italia.

"Il motivo del loro arresto è che molti agenti dei servizi segreti occidentali entrano (in Siria, ndr) come operatori umanitari. Le due ragazze sono state prese e sono state interrogate. E poi sono state rilasciate" ha twittato Abu Khattab al-Shami, che si definisce un jihadista nella file di "al-Nusra di al-Qaeda del Jihad nella terra di al-Sham".

Giovedì, invece, un altro account legato ai ribelli anti-regime, @ekhateb88, scriveva che è stato pagato un riscatto di "12 milioni di dollari" per il rilascio di Greta e Vanessa.

"Bentornate in Italia, abbracciate ai famigliari. Grazie a unità di crisi, servizi, tutto il lavoro di squadra". Con questo tweet, accompagnato dall'hashtag #GretaeVanessa, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ha salutato il loro rientro. Parlando alla Camera dei deputati, il titolare della Farnesina ha detto che "un grande Paese si impegna a proteggere e a salvare la vita ai propri cittadini sequestrati".

"Quanto al tema dei riscatti, ho letto indiscrezioni prive di reale fondamento e in qualche caso veicolate da gruppi terroristici" ha detto il ministro degli Esteri, che ha sottolineato: "L'Italia nella lotta al terrorismo non accetta lezioni da nessuno, siamo in prima fila dall'11 settembre".

"Noi siamo contrari al pagamento di riscatti" ha aggiunto Gentiloni. "Voglio ribadire che in tema di rapimenti l'Italia si attiene a regole e comportamenti condivisi sul piano internazionale e che abbiamo operato in continuità con la linea seguita nel tempo dai governi che si sono succeduti - ha detto il titolare della Farnesina - non è la linea di questo governo, è la linea dell'Italia".

Gentiloni ha poi voluto ricordare che nell'ultimo anno in Siria sono stati liberati, con Greta e Vanessa, tre ostaggi italiani. Nello stesso periodo, ha sottolineato, in Siria sono stati liberati altri otto ostaggi provenienti da Francia, Spagna, Danimarca e Stati Uniti.

"Le due volontarie sono molto provate, si tratta di una vicenda che non dimenticheranno facilmente ma sono libere, circondate dall'affetto dei loro familiari", ha aggiunto il ministro. Gentiloni ha poi sottolineato la necessità che di fronte a questa liberazione il Paese "unito" ringrazi chi l'ha resa possibile: "Voglio ringraziare i servizi di intelligence che hanno lavorato con coraggio e professionalità, l'unità di crisi della Farnesina e tutte le autorità coinvolte con un gioco di squadra che ha prodotto un risultato importantissimo".

Infuria ancora però la polemica politica. "Adesso spero solo che le due ragazze liberate (pagando quanto ai terroristi?) non ci dicano 'torneremo al più presto in Siria'...", ha scritto in un tweet il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini.

All'attacco anche il presidente del Veneto, Luca Zaia, che ha dichiarato: "In Italia si introduca una norma per cui chi si mette nei guai, si arrangi a tirarsi fuori". "Per chi va a proprio rischio e pericolo in quei Paesi, è bene che i costi siano a suo carico - ha continuato - Quindi, nei confronti di queste ragazze si faccia una confisca a vita fino a che si 'cuberanno' 12 mln di euro, sempre se è vero che è stata pagata questa cifra".

Su Facebook la deputata M5S Maria Edera Spadoni è tornata invece a chiedere, in Rete, quanto chiesto già al responsabile della Farnesina in Aula: "Chi ha pagato il riscatto?". E ha definito la relazione di Gentiloni una "informativa (priva di informazioni...).

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