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Il risanamento ambientale dell’Ilva dopo un anno di commissariamento

19 giugno 2014 | 16.48
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Molte prescrizioni ambientali sono state attuate, tutte quelle prescritte sono state avviate, la qualità dell’aria a Taranto è buona, in particolare per le polveri sottili i dati sono fra i migliori delle città italiane, e il benzo(a)pirene si è ridotto di 10 volte arrivando a 0,18 nanogrammi/m3 (l’obiettivo di qualità di legge è 1)

Il risanamento ambientale dell’Ilva dopo un anno di commissariamento

Molte prescrizioni ambientali sono state attuate, tutte quelle prescritte sono state avviate, la qualità dell’aria a Taranto è buona, in particolare per le polveri sottili i dati sono fra i migliori delle città italiane, e il benzo(a)pirene si è ridotto di 10 volte arrivando a 0,18 nanogrammi/m3 (l’obiettivo di qualità di legge è 1). L’Ilva è oggi un’azienda in via di risanamento ambientale, come emerge dal dossier ‘’Il risanamento ambientale dell’Ilva dopo un anno di commissariamento’’.

Il dossier analizza le cose fatte e quanto c’è ancora da fare e la qualità dell’aria rilevata dall’Arpa pugliese, ed è stato presentato da Edo Ronchi, a un anno dalla nomina a sub-commissario. ‘’A metà 2013, quando iniziò il Commissariamento, l’Ilva di Taranto - sottolinea Ronchi- era a rischio di chiusura per incompatibilità ambientale”.

“Con un solo anno di Commissariamento - aggiunge Ronchi - non si poteva certo risolvere una simile crisi, ma oggi la situazione è sostanzialmente migliorata: l’Ilva è un’azienda in via di risanamento ambientale, con interventi tutti definiti, progettati e in parte realizzati e una consistente riduzione dei suoi impatti sull’ambiente, a partire dalla qualità dell’aria nella città di Taranto rientrata, per tutti i parametri, nella norma’’.

Ronchi affronta anche le azioni necessarie per il futuro dell’ Ilva. ‘’Per completare i numerosi e complessi interventi, rispettando le scadenze prescritte dal Dpcm-Piano ambientale e affrontare la crisi dell’Ilva, sono necessarie però due condizioni: una disponibilità finanziaria effettiva per il prossimo anno di commissariamento di almeno 550 milioni per il 2014 e di altri 250 milioni fino a giugno 2015, dedicati agli interventi prescritti in materia ambientale, e poteri reali di decisione e di intervento di un Commissario per l’attuazione del Dpcm, Piano ambientale - Aia: un sub-commissario, senza alcun potere di intervento non è più sufficiente”.

In occasione della conferenza di oggi, Ronchi ha detto di aver incontrato, questa mattina, Guidi, Galletti e Gnudi a cui ha presentato le proposte per risanare l’Ilva: un commissario per l’ambiente con pieni poteri per attuare tutti gli interventi previsti dal piano ambientale e la possibilità di utilizzare le risorse che sono state sequestrate ai Riva a Milano. I ministri si sono detti “disponibili”.

“La questione Ilva è troppo delicata per essere affrontata e risolta con una battuta. Qui stiamo parlando di un disastro ambientale, di posti di lavoro e della salute della popolazione. Ribadisco con forza che l’attivazione del piano ambientale è la priorità. La riqualificazione ambientale non è il problema, ma la soluzione del problema. Valuteremo tutte le ipotesi sul tavolo per attivarlo nei tempi utili”. Così il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, in risposta alle richieste avanzate dal subcommissario Edo Ronchi, il cui mandato è scaduto il 4 giugno.

‘’Il giudizio positivo del sub commissario per il risanamento ambientale dell’Ilva, Edo Ronchi, sull’incontro avuto questa mattina con i ministri dello Sviluppo Economico Guidi e dell’Ambiente Galletti e con il neocommissario straordinario Ilva Gnudi rassicura, ma le convergenze emerse si devono tradurre in misure concrete. Non è pensabile alcuna soluzione di innovazione e futuro produttivo per l’Ilva se vengono disattesi gli impegni sul risanamento ambientale, condizione necessaria per dare futuro all’impianto: simul stabunt, simul cadent”. Così Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera.

“Per il risanamento dell’Ilva - aggiunge Realacci - servono inoltre responsabilità e risorse certe disponibili subito, che possono essere reperite, come previsto dal decreto 136 sulle emergenze industriali e ambientali, dai beni degli azionisti e quindi innanzitutto della famiglia Riva”.

“In questo quadro la conferma del ruolo di Ronchi sarebbe un importante elemento di garanzia. Il Parlamento - conclude - è pienamente disponibile a lavorare nei tempi più rapidi possibili per arrivare alla soluzione del problema’’.

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