Il Venezuela nuovo fronte delle tensioni geopolitiche

06 novembre 2025 | 17.11
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Come se non bastassero le tensioni accumulate tra Ucraina e Medio Oriente, a ottobre si è innescato un altro focolaio pericoloso: il Venezuela. Con una serie di ‘mixed signals’, come sono definiti i messaggi contrastanti che Donald Trump ha lanciato a due mesi dall'avvio dell'operazione al largo delle coste di Caracas, iniziata con raid mirati contro imbarcazioni di "narcoterroristi" e diventata il più grande dispiegamento militare americano nella regione dell'ultimo decennio. Da una parte il presidente americano ha detto di "dubitare" che gli Stati Uniti andranno in guerra contro il Venezuela, dall'altra però si è detto convinto che Nicolas Maduro abbia "i giorni contati". Parole destinate a rafforzare le accuse di Maduro, incriminato negli Stati Uniti per narcotraffico, secondo il quale Washington sta usando i raid contro i presunti narcos per "imporre un cambio di regime" a Caracas e prendere il controllo del petrolio venezuelano. Da settembre a oggi sono oltre 15 i raid condotti contro imbarcazioni nel Mar dei Caraibi, e recentemente anche nel Pacifico, da parte delle forze militari Usa, con l'uccisione di almeno 65 persone definite dall'amministrazione Trump "narcoterroristi", senza però fornire prove specifiche a sostegno. I raid hanno provocato le condanne dei leader della regione, in particolare il presidente colombiano Gustavo Petro che ha accusato il governo americano di "omicidio" di un innocente pescatore e "violazione della sovranità nelle nostre acque territoriali" con Trump che ha risposto tacciandolo di essere il "leader dei narcos". Senza contare che molti esperti, ed esponenti del Congresso, hanno messo in dubbio la legalità di questi raid, ai quali è stato affiancato il dispiegamento militare. Nel corso degli ultimi due mesi gli Usa hanno dispiegato 10mila militari nella regione, ammassato otto navi della Marina Usa e un sottomarino di fronte alle coste settentrionali dell'America del Sud, hanno ordinato a bombardieri B-52 e B-1 di sorvolare le coste del Venezuela e diretto verso la regione lo Strike Group della portaerei Gerald Ford, considerata dall'Us Navy "la più efficace e letale del mondo". La postura aggressiva di Washington nei confronti di Maduro è anche il risultato della soluzione di un conflitto interno all'amministrazione Trump riguardo alla politica con Caracas, che ha visto dalla scorsa estate l'imporsi dei fautori del cambio di regime, guidati dal segretario di Stato Marco Rubio. Nei primi mesi della nuova presidenza Trump, sembrava essersi invece imposta la fazione dialogante, guidata dall'inviato speciale Richard Grenell, che era anche volato a Caracas per incontrare Maduro, riportando poi a casa un gruppo di prigionieri americani, insieme ad accordo per aprire agli Usa il cruciale mercato petrolifero e minerario venezuelano.

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