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Comunicato stampa

Emicrania da abuso di farmaci: come gestire un comportamento anomalo

07 settembre 2020 | 11.24
LETTURA: 4 minuti

Emicrania da abuso di farmaci: come gestire un comportamento anomalo

La cefalea da uso eccessivo di farmaci si sviluppa principalmente nella popolazione femminile a causa dell'utilizzo di farmaci antiemicranici mirati al singolo attacco. Purtroppo, assumere determinati farmaci per il mal di testa in maniera troppo frequente, o addirittura incontrollata, peggiora in maniera drastica sia la qualità della vita dei pazienti, sia la patologia stessa.

Qual è il giusto approccio per gestire l'emicrania episodica e cronica attraverso i farmaci ma senza incorrere nell'abuso di sostanze antidolorifiche?

Farmaci antiemicranici: da soluzione a problema

Chi soffre di emicrania episodica o cronica (che cioè si manifesta per 15 o più giorni al mese, spiega il Prof. Fabio Antonaci) sa perfettamente quanto questa patologia può avere effetti invalidanti: durante un attacco di emicrania nella maggior parte dei casi i pazienti non riescono a svolgere le attività quotidiane, o ne sono molto limitati, e sentono il bisogno di osservare un periodo più o meno lungo di assoluto riposo e di isolamento.

Per questo motivo, soprattutto i pazienti che soffrono di attacchi frequenti di emicrania, si affidano volta per volta all'assunzione di farmaci antiemicranici al fine di lenire il dolore.

È infatti dimostrato che assumere farmaci antiemicranici precocemente, quindi non appena si percepiscono le avvisaglie di un attacco di emicrania, consente di limitare i danni e di ridurre il dolore in maniera molto significativa.

È facile intuire però come i pazienti che soffrano di emicrania episodica o cronica possano cadere rapidamente nella dipendenza da farmaci, se non osservano una adeguata terapia preventiva, cominciando ad assumere quantità eccessive di antiemicranici che, purtroppo, sul lungo periodo generano effetti negativi come la tendenza ad una sempre più frequente assunzione

L'assunzione smodata di antiemicranici porta infatti a un progressivo aggravarsi del problema: una cefalea episodica potrebbe trasformarsi rapidamente in una cefalea cronica. Una cefalea cronica, a sua volta, potrebbe trasformarsi in MOH, ovvero in Cefalea da Uso Eccessivo di Farmaci.

Dai dati ufficiali emerge che in Europa pazienti che soffrono di emicrania cronica presentano nel 70% dei casi cefalea da uso eccessivo di farmaci. Il 93% dei pazienti, inoltre, è donna.

Esami condotti attraverso la risonanza magnetica all'encefalo hanno inoltre dimostrato che l'assunzione costante e smodata di antiemicranici porta a delle modificazioni strutturali nei centri del cervello deputati all'elaborazione del dolore. Non si sa ancora se siano danni reversibili o permanenti, quindi non esiste ancora una terapia sicura per contrastare questo gravissimo effetto collaterale.

C'è inoltre da specificare che tutti gli antiemicranici potenzialmente possono indurre abuso e dipendenza, senza eccezioni e con tutte le conseguenze del caso.

Qual è l'approccio giusto per gestire la cefalea cronica?

Il Professor Fabio Antonaci, docente di Neurologia presso l'Università di Pavia, già presidente della Federazione Europea delle Cefalee, si fa portavoce delle Linee Guida della European Academy of Neurology (2020) sulla Cefalea da uso eccessivo di farmaci sulle quali il Prof. Antonaci ha dato il suo contribuito ad una iniziativa congiunta e alla stesura delle norme. La cefalea da abuso di farmaci può essere evitata e prevenuta ma, per farlo, è necessario intervenire a più livelli sulla consapevolezza del paziente.

Anche sulla base delle esperienze trentennali portate avanti dalla Scuola Pavese - continua il Prof. Fabio Antonaci - vi è un consenso che siano i medici di base ad intercettare ed informare i propri pazienti in merito ai rischi dell'assunzione incontrollata di farmaci antiemicranici. In secondo luogo sarebbe auspicabile che i pazienti che soffrono di emicrania cronica e che manifestano una tendenza all'abuso di farmaci siano seguiti da un team multidisciplinare, formato da neurologi con training nel settore, psicologi comportamentali e specialisti del dolore.

L'approccio consigliato è quello di formulare una terapia di prevenzione su misura, ritagliata sulle necessità e sui sintomi manifestati dal paziente: topiramato, tossina botulinica e anticorpi monoclonali risultano in gran parte dei casi elementi terapeutici efficaci. Questi sono dati validati da diversi casi clinici seguiti dal Prof. Fabio Antonaci e dai colleghi Europei che hanno steso le Linee Guida.

Bisogna tener presente però che non esiste ancora alcuna evidenza scientifica sul fatto che la terapia preventiva sia in grado di fermare completamente il passaggio da emicrania episodica a cronica e da quest'ultima alla cefalea da abuso di farmaci. Di certo, però, rallenta il processo.

Dopo aver individuato una terapia appropriata per il paziente in cura è inoltre necessario mantenere il benessere dell'individuo nel tempo, attivando controlli periodici che permettano di evitare ricadute e calibrare nuovamente la terapia se necessario.

Per maggiori informazioni:

Professore Fabio Antonaci

Mail: fabio.antonaci@unipv.it

Centro Cefalee – Fondazione Istituto Neurologico Nazionale C. Mondino – Via Mondino 2, 27100 Pavia – Tel: 0382.380329

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