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Immigrati: imam Pallavicini, pronti a fare fronte comune con le istituzioni

02 luglio 2014 | 14.37
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(Aki) - "Il sacro Corano e gli insegnamenti dei maestri dell'Islam enfatizzano il valore sacro della vita e il simbolisimo del viaggio e raccomandano di cercare il bene in ogni cosa e di non sottoporre la vita a un azzardo, quindi di non affidarla ai delinquenti". Così l'imam Yahya Sergio Yahe Pallavicini, vice presidente di Coreis (Comunità religiosa islamica Italiana), dopo l'ennesima tragedia del mare e l'Operazione Glauco che ha portato all'arresto di trafficanti di esseri umani a seguito del naufragio del 3 ottobre scorso a Lampedusa. "Si tratta - sottolinea Pallavicini in un'intervista ad Aki - Adnkronos International - di insegnamenti universali".

Grazie all'Operazione Glaudo, ha affermato ieri in una nota il ministro dell'Interno Angelino Alfano, è "stata smantellata una pericolosa e spietata rete di mercanti di morte". "Così ha voluto Dio" è stata, secondo le intercettazioni, la gelida risposta di un trafficante dopo il naufragio.

''Un conto è la fede, un conto è il fatalismo - osserva l'imam Pallavicini - La responsabilità dei credenti, musulmani compresi, è cercare con pazienza e determinazione il bene''. Il punto "è che bisogna fare tutto secondo le regole", sottolinea denunciando le attività di "sfruttatori di miraggi e di vite umane". Il "fatalismo" non trova un riscontro specifico nelle fonti dell'Islam e quindi "la fede va orientata secondo concretezze, senso responsabilità ed educazione". (segue)

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