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In India gli androidi in prima linea contro il Covid-19

22 luglio 2021 | 08.04
LETTURA: 3 minuti

Per frenare i contagi e rendere più confortevole la vita dei pazienti, oltre che il lavoro di medici e inservienti negli ospedali, arrivano in soccorso i robot da corsia.

 - Da  Mitrarobot.com
- Da Mitrarobot.com

Invento Robotics, azienda di Bangalore, ha progettato tre modelli di robot capaci di eseguire una serie di compiti tra cui la disinfezione delle superfici, rispondere alle domande dei pazienti, consentire consulti a distanza e videochiamate. Il modello più popolare è Mitra, che in hindi significa “amico”. Costa 10mila dollari ed è munito di sistemi di riconoscimento facciale per ricordare nomi e visi dei pazienti con cui interagisce. Può muoversi autonomamente nei reparti, e grazie alle sue telecamere e allo schermo sul petto può mettere in contatto i pazienti bloccati a letto sia con i medici che possono parlarci a distanza - riducendo così i contatti rischiosi e superflui - sia con i parenti. Mitra è anche in grado di leggere i segni vitali sul monitor, e di dare brevi istruzioni alle persone ricoverate, come ad esempio ricordare loro di prendere certi farmaci in determinati orari. “È ironico come l’utilizzo di robot umanoidi possa aiutarci a riportare umanità negli ospedali” ha commentato il CEO di Invento Robotics Balaji Viswanathan.

Ma se pensiamo alla gestione ospedaliera della pandemia, con reparti isolati, medici e infermieri coperti con infiniti strati di protezioni e maschere per minimizzare i rischi di contagio, i contatti umani ridotti al minimo, interagire con un robot dalla forma umana può essere positivo non solo a livello pratico ma anche per l’umore dei ricoverati. E infatti dallo Yatharth Hospital di Noida, nel nord del Paese, dove due diversi Mitra sono impiegati sia al triage per lo screening dei sintomi sia nel reparto di terapia intensiva, riferiscono un’accoglienza molto positiva da parte dei pazienti, che sono felici di interagire con i robot e spesso si scattano foto con loro. Invento Robotics è un’azienda a conduzione familiare. Ai vertici ci sono Viswanatahn e sua moglie Mahalakshmi Radhakrushnun, che si sono trasferiti a Bangalore nel 2016 dopo essersi formati a Boston. Hanno combinato la loro esperienza nel campo dell’industria e della robotica per dar vita ai loro androidi destinati a ospedali e case di cura. Ma fino allo scoppio della pandemia avevano faticato ad affermarsi in questo campo. Si erano allora rivolti al ramo delle banche, fornendo robot in grado di identificare i visitatori, fornire pass per l’accesso e raccogliere feedback degli utenti.

Con l’arrivo dell’epidemia da Covid-19, che in India conta oltre 8 milioni di casi e 120mila morti, negli ospedali si è iniziato a capire il valore aggiunto degli aiutanti non umani. Invento Robotics non è la sola azienda indiana ad aver investito nel campo dello sviluppo di androidi durante l’emergenza coronavirus. Milagrow Robotics, specializzata in robot per le pulizie domestiche, ha progettato un modello capace di essere utilizzato in ambiente ospedaliero per la sanificazione. Da parte sua la Asimov Robotics, di base nel Kerala, ha dato vita a un robot che potesse girare per i reparti a distribuire medicine e svolgere compiti di pulizia.

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