Gaza, Milshtein: "Avventura piena di fantasie, solo Trump può fermare Netanyahu"

Gaza, Milshtein:
10 agosto 2025 | 16.32
LETTURA: 3 minuti

"La mia paura principale, condivisa da molti israeliani, è che questa decisione sia un'avventura piena di fantasie e illusioni che sostituiscono una politica realistica. Questo atteggiamento rischia di portarci al disastro e l'unico che può fermare Netanyahu è Donald Trump". Lo afferma in un'intervista all'Adnkronos l'analista Michael Milshtein, direttore del Forum per gli studi palestinesi al Centro Moshe Dayan di Tel Aviv, commentando l'annuncio del piano per espandere le operazioni nella Striscia di Gaza ed occupare Gaza City.

Secondo Milshtein, la tempistica dell'annuncio non è casuale. "Penso che sia una combinazione di due fattori. Il primo è che non ci sono pressioni da parte di Trump. Lui è l'unico che può davvero cambiare le cose e spingere Israele a firmare un cessate il fuoco, come fece l'anno scorso alla vigilia del primo accordo, quando cambiò le carte in tavola e convinse Netanyahu a fermarsi. Oggi invece sembra che non lo stia spingendo verso la tregua, e che anzi quasi appoggi ogni passo che compie". Il secondo fattore, spiega l'analista, "è l'impasse totale nei negoziati con Hamas: loro chiedono la fine della guerra e un ritiro completo, Israele non intende accettarlo. E senza la spinta di Trump non c'è nessuno in grado di superare questo blocco".

Milshtein sottolinea come, al momento, "Trump abbia di fatto concesso a Israele una sorta di via libera per promuovere qualsiasi piano Netanyahu voglia. L'unica cosa che potrebbe spingerlo a cambiare atteggiamento sarebbero immagini drammatiche di fame e carestia a Gaza, come quelle viste nelle ultime settimane. In tal caso, potrebbe intervenire. Molti israeliani sperano in una sua pressione perché oggi è l'unico vero strumento per impedire l'occupazione e aprire la strada alla fine della guerra e alla liberazione degli ostaggi".

A spingere il premier israeliano ci sarebbero anche ragioni politiche interne, prosegue l'analista, evidenziando che "Smotrich e Ben-Gvir, leader della destra nazional-religiosa, premono costantemente su Netanyahu e lo minacciano di far cadere la coalizione se non adotterà una linea più radicale su Gaza. Questo lo spinge a fare annunci di forte impatto politico. Ma il punto è proprio questo: al momento si tratta di un annuncio. Non è detto che il piano venga attuato, e per capirlo bisognerà attendere alcuni giorni, anche per vedere se le dure reazioni internazionali – come quelle del cancelliere tedesco Merz – avranno effetto sul governo israeliano".

L'analista è critico anche sui contenuti del piano, evidenziando l' "enorme divario tra slogan e realtà. Si parla di instaurare a Gaza un nuovo regime che non sia né Hamas né l'Autorità nazionale palestinese. È un'illusione, forse una fantasia. E poi c’è l'idea di sconfiggere Hamas e liberare gli ostaggi nello stesso tempo: quasi tutti in Israele sanno che è impossibile fare entrambe le cose in un’unica operazione".

Milshtein mette in dubbio anche la narrativa portata avanti dal governo israeliano, criticando in particolare le dichiarazioni di Netanyahu sul fatto che l'obiettivo sia liberare i palestinesi di Gaza da Hamas. "Conoscendo sia Hamas sia la popolazione della Striscia, non sono affatto sicuro che vedrebbero Israele come una forza di liberazione. Molti, non tutti, ma molti di loro sono affiliati a Hamas", scandisce.

Per questo, conclude, "considero questa decisione un'avventura pericolosa, costruita su sogni e slogan irrealizzabili, che rischia di travolgere Israele in uno tsunami di pressioni internazionali e conseguenze disastrose. Spero che i nostri leader cambino rotta o, ancora una volta, che sia Trump a costringerli a farlo".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL

threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram

ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza