Iran, ambasciatore a Roma: "Europa riconsideri sue politiche, può recuperare forza"

"Il 18 ottobre data storica perché scadrà risoluzione 2231 su Jcpoa"

Iran, ambasciatore a Roma:
15 ottobre 2025 | 13.14
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Nonostante l'uso del meccanismo dello 'snapback' da parte dei tre Paesi europei (Francia, Regno Unito e Germania) "non abbia alcuna giustificazione legale, logica o morale", l'Iran ritiene che "l'Europa abbia ancora l'opportunità di riconsiderare le proprie politiche per recuperare la propria forza e il proprio ruolo come attore affidabile e credibile sulla scena internazionale e globale". Lo afferma in un articolo inviato all'Adnkronos l'ambasciatore iraniano a Roma, Mohammad Reza Sabouri, che definisce "giorno storico" il prossimo 18 ottobre, quando scadrà la Risoluzione 2231 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che ha disciplinato l'accordo sul nucleare iraniano (Jcpoa).

Il ripristino delle sanzioni che erano state revocate contro l'Iran, voluto dai tre Paesi della troika europea, ha messo in evidenza "divergenze evidenti e fondamentali tra i membri del Consiglio di Sicurezza" e la mancanza di consenso sul ritorno delle misure restrittive contro la Repubblica islamica, sottolinea l'ambasciatore, secondo cui "il risultato oggi non è altro che una diminuzione della credibilità dell'Europa".

Sabouri esprime "rammarico" per il fatto che l'Europa - a suo modo di vedere - non abbia saputo trarre insegnamento dal passato, "preferendo agire secondo direttive e interessi altrui. Il 'diktat' di Trump per l'Europa rappresenta un ulteriore indebolimento dell'indipendenza e della credibilità dei tre Paesi europei negoziatori, una chiara violazione delle regole internazionali e una manifestazione di comportamento illegale, che risponde piuttosto alla legge della giungla", prosegue, evidenziando come l'azione di Parigi, Londra e Berlino abbia "influenzato direttamente gli interessi di tutti i Paesi dell'Unione, e le conseguenze di ciò si renderanno presto evidenti".

Secondo l'ambasciatore iraniano, Teheran aveva già dichiarato chiaramente che l'attivazione dello snapback "avrebbe trasformato i tre Paesi europei in un attore completamente inefficace e superato nei rapporti con l'Iran". Tale azione, inoltre, ha "indebolito gravemente i colloqui e le cooperazioni in corso tra l'Iran e l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, rendendo nullo l'accordo del Cairo. Anche se il Parlamento iraniano approvasse l'uscita dell'Iran dal Trattato di Non Proliferazione (Tnp), il governo non avrebbe basi legali per impedirlo".

"L'iniziativa della troika europea ha inoltre avuto gravi ripercussioni sulla credibilità del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. L'uso dello snapback senza rispettare procedure legali e fondamenti giuridici non solo mina la fiducia nelle decisioni del Consiglio di Sicurezza, ma mette anche a rischio la pace e la sicurezza internazionali - aggiunge - È deplorevole che l'Europa, culla del pacifismo kantiano, oggi sembri orientarsi verso una politica di 'pace attraverso la forza'".

L'ambasciatore parla infine della situazione nella Striscia di Gaza, mettendo in evidenza come "dopo oltre 700 giorni di genocidio e la presa per fame dei palestinesi, l'Europa non è riuscita a svolgere un ruolo significativo nel consolidamento della pace e della stabilità nella regione. Sebbene l'esperienza storica non conosca altro che continue violazioni e inadempienze da parte del regime israeliano - conclude - coloro che hanno a cuore la pace devono vigilare affinché tale regime non ripeta le vecchie abitudini fatte di violazione e azioni criminali".

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