Iran, New York Times: Khamenei ha scelto tre possibili successori

Il leader supremo nascosto in un bunker teme di essere rintracciato e ucciso

Iran, New York Times: Khamenei ha scelto tre possibili successori
21 giugno 2025 | 14.29
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Nascosto in un bunker, la Guida Suprema dell'Iran, l'Ayatollah Ali Khamenei ha nominato tre alti esponenti del clero come candidati a succedergli nel caso in cui venisse ucciso e ha scelto una serie di sostituti per andare a rivestire - in caso di necessità - una serie di incarichi militari. Ad affermarlo sono tre funzionari iraniani citati dal New York Times.

Temendo di essere rintracciato, Khamenei parla ormai principalmente con i suoi comandanti tramite un collaboratore di fiducia, dopo aver sospeso le comunicazioni elettroniche.

L' Ayatollah 86enne ha preso la decisione di incaricare l'Assemblea degli Esperti del suo Paese, l'organismo responsabile della nomina della Guida Suprema, di scegliere rapidamente il suo successore tra i tre nomi da lui individuati. Normalmente, il processo per la nomina di una nuova Guida Suprema potrebbe richiedere mesi, durante i quali i religiosi sceglierebbero a partire da proprie liste di nomi. Ma con il paese in guerra, hanno affermato i funzionari, la Guida Suprema iraniana vuole garantire una transizione rapida e ordinata.

La successione è un argomento delicato, raramente discusso in pubblico, al di là di illazioni e voci di corridoio negli ambienti politici e religiosi. Il figlio dell'ayatollah Khamenei, Mojtaba, anch'egli religioso e vicino al Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica, che si riteneva fosse tra i favoriti, non è tra i candidati, hanno affermato i funzionari citati dal quotidiano. Altro favorito era l'ex presidente conservatore iraniano, Ibrahim Raisi, morto in un incidente in elicottero nel 2024.

In tempi normali Khamenei vive e lavora in un complesso altamente sorvegliato nel centro di Teheran chiamato "beit rahbari" – o casa del leader – e raramente ne esce, tranne che per occasioni speciali. Il suo ritiro in un bunker testimonia dell'emergenza scatenata da una guerra che, sottolineano funzionari iraniani, si sta svolgendo su due fronti.

Uno è combattuto dall'alto, con attacchi aerei israeliani contro basi militari, impianti nucleari, infrastrutture energetiche critiche, esponenti della gerarchia militare o scienziati nucleari. Ma si combatte anche su un secondo fronte, con agenti e collaboratori israeliani sotto copertura presenti all'interno del vasto territorio iraniano, che lanciano droni contro strutture energetiche e militari critiche. Il timore di infiltrazioni israeliane ai vertici dell'apparato di sicurezza e intelligence iraniano ha scosso la struttura di potere iraniana.

"È chiaro che abbiamo avuto una massiccia violazione della sicurezza e di intelligence; non si può negarlo", ha dichiarato Mahdi Mohammadi, consigliere senior del presidente del Parlamento iraniano, il generale Mohammad Ghalibaf, in una registrazione audio che analizza la guerra. "I nostri comandanti di grado superiore sono stati tutti assassinati nel giro di un'ora". Il "più grande fallimento" dell'Iran è stato quello di non aver scoperto la pianificazione di mesi condotta dagli agenti israeliani per portare missili e componenti di droni nel Paese in preparazione dell'attacco.

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