Trump: "Iran era vicino alla produzione della bomba atomica"

Il presidente Usa: "Revocherò sanzioni se restano pacifici". Teheran non si fida: "Dubbi su rispetto tregua da Israele, pronti a reagire"

Una donna piange mentre tiene un poster che mostra le immagini del leader supremo dell'Iran Ali Khamenei durante i funerali di comandanti militari iraniani e scienziati uccisi negli attacchi israeliani  - (Ipa)
Una donna piange mentre tiene un poster che mostra le immagini del leader supremo dell'Iran Ali Khamenei durante i funerali di comandanti militari iraniani e scienziati uccisi negli attacchi israeliani - (Ipa)
29 giugno 2025 | 12.22
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Donald Trump non ha dubbi e, in un'intervista a Fox News, ha ribadito che ''l'Iran era vicino alla produzione della bomba atomica'' prima dei raid condotti dagli Stati Uniti e da Israele sui suoi impianti nucleari. Il presidente Usa ha quindi affermato ancora una volta che Teheran "non ha spostato l'uranio'' dal sito colpito, ''è troppo pericoloso''.

E dopo aver sottolineato che ''coloro che hanno fatto trapelare informazioni sui nostri attacchi contro l'Iran dovrebbero essere perseguiti'', ha affermato che potrebbe ''revocare le sanzioni'' all'Iran ''se resteranno pacifici e dimostreranno che non faranno più danni''. La revoca delle sanzioni farebbe ''una grande differenza'', ha detto Trump. Il presidente degli Stati Uniti ha anche annunciato: "Onorerò i piloti'' americani che hanno bombardato i siti nucleari dell'Iran. ''Verranno alla Casa Bianca'', ha fatto sapere.

Iran non si fida: "Dubbi su rispetto tregua da Israele, pronti a reagire"

Dal canto suo l'Iran non si fida ed esprime dubbi sulla tenuta del cessate il fuoco con Israele, in vigore da martedì dopo dodici giorni di guerra tra i due Paesi.

"Non abbiamo iniziato la guerra, ma abbiamo risposto con tutte le nostre forze all'aggressore - ha dichiarato il capo di stato maggiore iraniano, Abdolrahim Moussavi, citato dalla televisione di Stato -. Abbiamo seri dubbi sul rispetto da parte di Israele dei suoi impegni, incluso il cessate il fuoco, e siamo pronti a una forte risposta". "Siamo vigili e pronti a reagire se necessario", ha ribadito Moussavi.

Teheran scrive a Guterres: "Onu riconosca Usa e Israele come aggressori"

Teheran ha quindi chiesto formalmente alle Nazioni Unite di attribuire a Israele e agli Stati Uniti la responsabilità della 'guerra dei 12 giorni', culminata in attacchi su obiettivi nucleari e militari. In una lettera indirizzata al segretario generale Antonio Guterres, il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi ha sollecitato il Consiglio di Sicurezza a riconoscere Israele e Washington come "iniziatori dell’atto di aggressione".

"Chiediamo ufficialmente che il Consiglio di Sicurezza riconosca il regime israeliano e gli Stati Uniti come aggressori e ne riconosca le responsabilità conseguenti, inclusi il pagamento di risarcimenti e riparazioni", si legge nel testo.

Attacco israeliano a carcere Evin, "almeno 71 morti"

Il portavoce della magistratura iraniana ha intanto annunciato che almeno 71 persone sarebbero rimaste uccise nell’attacco israeliano al carcere di Evin, avvenuto lunedì scorso a nord di Teheran.

"Asghar Jahangir, portavoce del sistema giudiziario, ha confermato che ‘secondo le cifre ufficiali, 71 persone sono morte nell’attacco al carcere di Evin’,” hanno riportato i media iraniani. Il bombardamento, che ha sollevato forte indignazione in Iran, è avvenuto pochi giorni prima dell’accordo di cessate il fuoco che ha posto fine alle "Guerra dei 12 giorni".

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