Intesa Sanpaolo è pronta a cambiare modello di governance. L'adozione del sistema monistico "rappresenta una sfida impegnativa e appassionante anche di tipo culturale", spiega il presidente del consiglio di sorveglianza, Giovanni Bazoli, durante l'assemblea in corso a Torino. Una scelta "antesignana che imbocca una strada sin qui inesplorata" che ha tra i vantaggi "un adeguato bilanciamento dei poteri assicurando adeguata dialettica all'interno del consiglio".
"L'accentramento in capo a un unico organo (il cda che sarà composto da un massimo di 19 componenti, ndr) delle funzioni di supervisione strategica e di gestione consente di 'avvicinare' i due distinti momenti dell'attività di amministrazione permettendo di creare un rapporto più stretto tra chi determina gli indirizzi strategici e chi li deve attuare, privilegiare l'immediatezza nella circolazione delle informazioni, con conseguenti risparmi di tempi e di costi", aggiunge Bazoli.
L'adozione del sistema monistico consentirà a Intesa Sanpaolo "di migliorare ulteriormente una governance che era già efficiente ed era stata apprezzata per arrivare ad affermarsi tra le migliori banche d'Europa anche in relazione a questo parametro".