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Inzaghi si presenta: "Regole e gruppo per la rinascita del Milan"

10 luglio 2014 | 19.48
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Pippo Inzaghi (Infophoto) - INFOPHOTO
Pippo Inzaghi (Infophoto) - INFOPHOTO

Regole, rispetto, gruppo, disciplina, lotta. Sono gli ingredienti della ricetta con cui Filippo Inzaghi vuole ricreare il Dna del Milan. Il nuovo tecnico rossonero comincia l'avventura sulla panchina del Diavolo con un obiettivo chiaro: "Riportare il Milan dove merita".

"Bisogna ricreare la voglia di venire ad allenarsi con il sorriso a Milanello. Per tornare a vincere, bisogna ricreare un gruppo. In questo momento servono principi e rispetto dei tifosi. Davanti all'entusiasmo dei tifosi mi sono venuti i brividi, spero siano venuti anche ai miei giocatori", dice Inzaghi nella conferenza tenuta, a Casa Milan, con gli amministratori delegati Adriano Galliani e Barbara Berlusconi.

"Il primo ringraziamento va al presidente, a Galliani, a Barbara Berlusconi. Due anni fa, quando ho smesso di giocare, ho intrapreso questa strada sognando di arrivare un giorno ad allenare il Milan. Forse nell'ultima stagione ci si è dimenticati cos'è il Milan: divento l'allenatore del club più titolato al mondo", aggiunge facendo riferimento al palmares della società, uno dei temi cari al presidente Silvio Berlusconi. "Il presidente potrebbe essere il più grande acquisto del Milan, quando si presenta porta un entusiasmo incredibile. Speriamo venga più spesso da noi", dice il tecnico.

Nella conferenza, che dura un'ora abbondante, Inzaghi parla più di comportamenti che di moduli. Nelle sue risposte, più attenzione per l'alimentazione corretta che per la tattica. "Un allenatore che pretende il rispetto delle regole deve essere il primo esempio per i giocatori. Ho avuto Ancelotti come allenatore per più di 10 anni, è l'emblema del giocatore che si fa amare e rispettare -dice indicando il proprio punto di riferimento-. Non si può copiare un altro tecnico, io cercherò di ottenere lo stesso obiettivo con la mia personalità. Perdono gli errori tecnici, ma non posso perdonare comportamenti sbagliati. Un professionista non può permetterselo".

"Io credo tantissimo in questi giocatori: il Milan può tornare ad essere quello che è stato", afferma Inzaghi. "Ci sono miei ex compagni in questo spogliatoio, saranno solo un vantaggio per me. Non mi interessa se mi danno del 'tu' o del 'lei', devono rispettare i tifosi, il mio ruolo e i miei collaboratori. Devono dare il massimo, perché chi non lotta non gioca nel mio Milan", dice ancora.

Nessun riferimento esplicito al predecessore, Clarence Seedorf, che ha lasciato il Milan dopo un divorzio traumatico. Le parole di Inzaghi, però, lasciano intuire che serve una svolta radicale rispetto al passato. "Un allenatore deve essere leale, credo venga più apprezzato dai giocatori se dice tutto in faccia, anche cose difficili. Io, nei miei confronti, sono ipercritico: penso che sia sempre colpa mia se qualcosa non funziona".

Ai tifosi, in questo momento, si può promettere 'solo' massimo impegno. "L'obiettivo principale è tornare nelle Coppe, la speranza è rientrarci dalla porta principale. Mi auguro che la gente abbia un po' di pazienza, non c'è la bacchetta magica. Ma c'è voglia di proporre un bel calcio offensivo e di far tornare i tifosi a San Siro. Mi auguro che i giocatori siano arrabbiatissimi dopo l'ottavo posto: quest'anno non sentiremo in campo la musica della Champions, spero ci sia grande voglia di rivalsa", dice ancora.

Magari, si può trarre ispirazione dal Milan in cui Inzaghi ha giocato: "Noi eravamo ambiziosi, assatanati. Davamo il massimo, facevamo vita sana. Quando non giocavo, cercavo di dimostrare all'allenatore che si stava sbagliando. Mi allenavo ancora di più", dice tornando sull'aspetto comportamentale.

I giocatori, oltre ad essere professionisti, dovranno essere anche validi a livello tecnico. "Siamo arrivati ottavi, qualcosa da fare c'è -dice riferendosi al mercato-. Sono molto tranquillo perché la proprietà è ambiziosa e vuole tornare a vincere, come me. La società sa quali sono le mie richieste. Se certi giocatori arriveranno, bene. Altrimenti questa squadra può fare ugualmente ottime cose".

Rispetto allo scorso anno, sono arrivati già alcuni volti nuovi. "Menez e Alex erano giocatori ambiti da altre società, il Milan ha dovuto battere una concorrenza agguerrita", dice riferendosi ai parametri zero che hanno lasciato il Paris Saint Germain.

Inevitabile un riferimento specifico a Mario Balotelli, finito nel mirino della critica dopo il deludente Mondiale. "Anche io in carriera ho vissuto momenti difficili, le critiche mi hanno fatto crescere, spero che lo stesso succeda a Mario. E' un gran giocatore che può fare la differenza, è un patrimonio del Milan e del calcio italiano", dice Inzaghi.

"L'ho sentito molto motivato, ha chiesto un preparatore per lavorare in vacanza è questo è un ottimo punto di partenza. Un giocatore allenato da Pippo Inzaghi deve guadagnarsi il posto in squadra. Azzeriamo tutto e ripartiamo da zero. Chi avrà talento e disciplina, giocherà. Sono sicuro che Balotelli sarà un esempio per gli altri", conclude.

Per Adriano Galliani "con Inzaghi alla guida, il Milan tornerà a competere ai massimi livelli. Pensando al Milan non in Champions mi viene il magone. Sono convinto che Inzaghi ci riporterà in Champions". Barbara Berlusconi dice invece che "Pippo è un gran fidelizzatore di passione e di persone, può essere uno straordinario veicolo di promozione per il Milan. Siamo allineati su tutto quello che servirà al Milan per l'aumento del valore del brand. Pippo ha portato entusiasmo e rigore all'interno del nostro settore giovanile, i risultati dimostrano quanto sia capace di creare profonde relazioni con i giocatori".

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