Gli Stati Uniti hanno deciso penalità nei confronti di 18 aziende e 14 persone, di otto paesi diversi, accusate di aver violato le sanzioni contro l'Iran. L'annuncio del dipartimento del Tesoro appare un chiaro messaggio sulla determinazione di Washingtona non abbassare la guardia, anche se le sanzioni sono state allegerite nell'ambito dei negoziatii in corso sul programma nucleare di Teheran.
La nostra azione, ha detto il dipartimento del Tesoro, "non lascia dubbi sul fatto che continueremo a controllare chi cerca di evadere le sanzioni, sostenere il programma nucleare iraniano o assistere l'Iran nell'appoggio al terrorismo". Il messaggio appare in parte diretto al Congresso, dove alcuni deputati e senatori sono favorevoli a nuove sanzioni malgrado l'amministrazione Obama sia contraria a farlo in pieno negoziato. Ma è anche un monito rivolto all'Iran, a chi sperava di approfittare del nuovo clima per fare affari in barba alle sanzioni, e a quei paesi, come Israele e Arabia Saudita, che guardano con sospetto la trattiva sul nucleare iraniano. Le entità e le persone che subirano le penalità americane si trovano in Turchia, Spagna, Germania, Georgia, Afghanistan, Emirati Arabi Uniti, Liechtenstein e Iran.
Il mese scorso è entrato in vigore un accordo temporaneo, della validità di sei mesi, che prevede un allegerimento delle sanzioni in cambio del congelamento di gran parte delle attività di arricchimento dell'uranio. L'obiettivo è approfittare di questo periodo di tempo per negoziare un accordo definitivo sul programma nucleare iraniano che, secondo l'Occidente, è finalizzato a costruire bombe nucleari.