(Aki/Washington Post) - Alcuni funzionari americani hanno inoltre affermato che il fallimento deriva dall'incapacita' di Stati Uniti e Iraq di raggiungere un accordo che permettessee ai soldati americani di restare in Iraq dopo il 2011 e che avrebbe potuto prolungare l'addestramento dei militari iracheni. Ma il problema principale, per molti, resta Maliki, con la sua politica dell'accentramento che ha reso piu' difficile per l'esercito iracheno reagire rapidamente ai cambiamenti sul campo di battaglia. In molte occasioni i generali hanno dovuto aspettare una telefonata dall'ufficio del primo ministro prima di poter muovere i loro soldati, ha detto il generale in pensione James Dubik, che ha guidato l'addestramento militare condotto dagli Usa dal 2007 al 2009. Dubik ha quindi detto che l'Iraq non è stato ancora in grado di selezione gli uomini da mandare negli Stati Uniti pagati dal Pentagono per l'addestramento.
Il crollo delle forze irachene sottolinea inoltre i buchi nell'esercito iracheno che i militari americani avevano gia' segnalato quando si sono ritirati alla fine del 2011. Washington sperava di mantenere 10mila militari nel Paese per aiutare le forze irachene con operazioni su larga scala e sulla logistica, ma poi l'amministrazione Obama ha deciso per il ritiro dopo che il governo dell'Iraq di è rifiutato di garantire l'immunita' per i militari americani. L'ex consigliere americano per l'Iraq Rick Brennan ha detto che l'esercito iracheno ha ancora grandi lacune su comunicazione, logistica e manutenzione.
