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Italicum tra soglie e premio, rush finale alla Camera

12 marzo 2014 | 10.14
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Italicum tra soglie e premio, rush finale alla Camera

Roma, 12 mar. (Adnkronos/Ign) - Seduta fiume alla Camera per il via libera alla legge elettorale con le votazioni sugli emendamenti all'Italicum. Oggi rush finale alla Camera: sono in corso le dichiarazioni di voto e il voto finale è atteso in mattinata.

PREFERENZE - La Camera ha bocciato quello presentato da Ignazio La Russa (Fdi) che introduceva la preferenza nel testo della legge elettorale in discussione alla Camera, permettendo agli elettori di poter scegliere il parlamentare e superando il sistema delle liste bloccate. A favore si sono espressi 264 deputati, contro 299, con un voto di astensione.

PRIMARIE- Le primarie non entreranno a far parte delle norme elettorali. Lo ha stabilito l'aula di Montecitorio che ha bocciato un emendamento presentato da Marco Meloni (Pd) secondo cui "i partiti e i movimenti che intendono prendere parte alle elezioni della Camera e del Senato, possono effettuare la designazione dei candidati nelle proprie liste atrraverso le elezioni primarie".

SOGLIE, PREMI MAGGIORANZA, DOPPIO TURNO - Da Montecitorio invece è arrivato il via libera all'emendamento-chiave della legge elettorale, che determina la soglia del 37% per accedere al premio di maggioranza del 15%; la soglia del 4,5% per i partiti che si presenteranno alle elezioni politiche all'interno di una coalizione; la soglia dell'8% per i partiti che decidono di non coalizzarsi e la soglia del 12% per le coalizioni.

La norma (approvata con 315 sì e 237 no, quindi con uno scarto di 78 voti), introduce inoltre il sistema del doppio turno di ballottaggio per le due coalizioni - o in alternativa i due partiti - più votate che tuttavia non riescono a raggiungere o superare la soglia del 37%.

PARITÀ DI GENERE - L'aula respinge la doppia preferenza di genere nelle liste. L'emendamento Gitti è stato bocciato con soli 20 voti di differenza (297 no contro 277 sì). "Se vogliamo discutere di parità di genere, il Pd è avanti non indietro". Aveva detto il premier Matteo Renzi parlando all'assemblea dei deputati del Pd all'indomani della bocciatura degli emendamenti sulle quote rosa.

"Da sindaco, da premier, da presidente di Provincia ho sempre praticato la parità di genere", ha aggiunto il presidente del Consiglio. Questa è una legge, ha spiegato ancora Renzi, "che nasce con partner difficili e riottosi, una legge che ha tenuto insieme la maggioranza". E ha sottolineato: "Sarebbe positivo che si accelerasse la riforma del regolamento della Camera e si limitasse il ricorso al voto segreto" ma "la legge oggi c'è ed è merito del Pd".

"La legge elettorale - ha proseguito Renzi - che abbiamo votato qui in Direzione è diversa da quella che uscirà dal Parlamento. Non c'è da mantenere un patto con Berlusconi ma un impegno che come partito abbiamo preso profondo, netto e chiaro". E ha parlato di "marcato dissenso con chi ritiene incostituzionale questa legge. In questa sala si è detto che il Pd farà 50 e 50, un impegno preso per la prima volta nella storia". Poi sottolinea: "Se c'è spazio dentro la Camera la legge si migliora, ma definire questa legge incostituzionale...". "Non posso accettare che mentre il governo sta preparando 10 miliardi di euro per le famiglie italiane il problema sia il Pd -ha detto Renzi- Il Pd la parità di genere la fa".

"Se ci saranno le condizioni per discutere al Senato di parità di genere riapriremo la discussione, ma vi chiedo di chiudere oggi la votazione sulla legge elettorale come da accordi che abbiamo fatto e da decisione della Direzione", ha detto ancora il premier.

Durante l'assemblea c'è stato un botta e risposta tra Matteo Renzi e Rosy Bindi. Mentre il premier spiegava la sua posizione, la presidente dell'Antimafia ha rintuzzato per poi spiegare: "Il Pd è stato ferito dai 100 voti che sono mancati per far passare la norma antidiscriminatoria". Per Bindi, "la legge elettorale è passibile di incostituzionalità".

''Questi emendamenti erano stati messi in atto per sabotare il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, dalla sua minoranza interna del partito, per sabotare l'accordo Renzi-Berlusconi per la riforma della legge elettorale e per le riforme istituzionali. Tentativo fallito'', dice da FI, Renato Brunetta, capogruppo alla Camera, ai microfoni del Tg1.

Sul tema torna il Pd, spiegando che oggi è ''un impegno prioritario, nell'ambito del confronto che svilupperemo con i soggetti dell'accordo, riprendere il tema della parità di genere''. Lo dice il portavoce della segreteria del Pd, Lorenzo Guerini.

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