
E dopo il successo di 'Jo in the house' prepara 'Jo in Suburbia', "voglio portare i dj set nelle periferie". "Gli affollamenti si devono a città pensate male", dice la cantante.
di Antonella Nesi
"A chi dice che la vida vale più della movida, rispondo che non c'è vida senza movida". Jo Squillo, regina della scena dance 'a distanza' nelle settimane del lockdown, con i suoi seguitissimi dj set su Instagram in diretta da casa sua, si schiera così - in un'intervista all'Adnkronos - in difesa della ripartenza della vita mondana, degli aperitivi, delle iniziative culturali e della musica all'aperto. "Con delle regole intelligenti", aggiunge.
"La movida è cultura. Dopo due mesi e mezzo passati davanti alla tv e ai device - dice - i ragazzi ma anche gli adulti sono scesi in strada a riprendersi la vita. Certo, bisogna trovare i modi e i luoghi per gestire questo in sicurezza. Ma non sono i divieti la risposta", assicura.
"Non bisogna vietare ma creare risposte alternative. Questa concentrazione di gente nei centri della città - sottolinea - è causata dal fatto che queste città sono state pensate male. Vanno riprogettate. Ci devono essere attività culturali in tutti i quartieri, anche quelli lontani dal centro. Per questo voglio portare il Movimento di Liberazione nato sul mio balcone nelle periferie: dopo 'Jo in the House' ci sarà 'Jo in Suburbia'. Ci saranno i miei dj set nelle periferie. In attesa che aprano le discoteche, chiederemo che ci concedano degli spazi all'aperto per la musica dance. Non si può comunicare solo paura, dobbiamo comunicare energia positiva. Per ripartire", conclude.