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Opera Roma: Krief, la mia 'Rusalka' giansenista in tempi di crisi

17 novembre 2014 | 12.01
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Il regista: "Il pubblico deve capire che questa è una nuova era per il teatro d'opera, un'era dove lo sfarzo di una volta non ha più posto perché non ci sono soldi". Krief oltre alla regia firma anche scene costumi dell'allestimento che esordirà il 27 novembre.

Il regista Denis Krief (Foto dal sito ufficiale dell'artista)
Il regista Denis Krief (Foto dal sito ufficiale dell'artista)

Ritmi di lavoro "molto stancanti" per riuscire a farcela, ma il 27 novembre il sipario del Costanzi si aprirà sulla 'Rusalka' di Antonin Dvorak, nuova produzione del Teatro dell'Opera di Roma con Denis Krief che firma regia, scene e costumi. "Abbiamo lavorato sodo", spiega il regista italo-tunisino all'Adnkronos, spiegando che l'allestimento sarà "giansenista, senza sfarzo, interamente centrato sulla recitazione dei cantanti. Il pubblico -sottolinea Krief- deve capire che questa è una nuova era per il teatro d'opera, un'era dove lo sfarzo di una volta non ha più posto perché non ci sono soldi".

Krief, da sempre sostenitore del 'teatro di regia', anche in questa occasione ne ribadisce l'assoluta necessità: "Oggi solo con la recitazione si può 'riempire' uno spettacolo, l'estetica degli allestimenti lirici deve cambiare perché non è più tempo di vacche grasse. Spero che il pubblico del Teatro dell'Opera, abituato a messe in scena opulente, capisca la necessità di questa scelta".

Sul palcoscenico, quando il 27 novembre si alzerà il sipario, "ci sarà una grande scatola di legno che avrà anche la funzione di rimandare la voce dei cantanti per superare la potentissima orchestrazione di Dvorak e sottolineare la recitazione. Dentro questa scatola -racconta Krief- appariranno quando servono, semplici elementi scenici rivelatori del luogo in cui si svolge l'azione. Ci saranno delle colonne per descrivere il castello del principe, dei cavalletti con delle tavole e qualche bicchiere sopra per il banchetto, e un asse di legno con una porta e una finestra per riprodurre la capanna della strega".

Quanto alla storia di Rusalka, Krief che ama i paradossi, la spiega attraverso il suo regista preferito: "Sembra un film di Hitchkock in cui la protagonista muore all'inizio del film. Qui in realtà non muore, ma non può cantare per metà dell'opera perché è muta", dice ridendo.

"E' una delle opera più crudeli che ci siano. Racconta la storia di una ragazza che si innamora perdutamente di un uomo, un principe, che nel giorno delle nozze, di fronte a tutti gli invitati, si trova un'amante. Lei allora -racconta Krief- cerca il suicidio perché la sua mamma e il suo papà le avevano detto che se il principe l'avesse tradita, il destino le avrebbe riservato la morte. Ma questo principe, che è una specie di don Giovanni, si pente e chiede a questa donna di aiutarlo a suicidarsi. Nel duetto finale lei gli dice: 'Se ti bacio muori', e lui le risponde, senza tentennamenti: 'Baciami'".

"E' una squallida storia d'amore -sintetizza Krief- che trasposta in tempi moderni potrebbe essere la storia finita male di una ragazza giovane che vuole uscire di casa e scoprire il sesso, con i genitori terrorizzati". Una storia di adolescenza consumata, quindi, come tante ce ne sono in ogni tempo, anche se sotto forma di fiaba, e ambientata tra fate, streghe ed elfi, "non a caso gli elfi che nelle favole hanno sempre il compito di far scoprire l'amore agli adolescenti", conclude Krief.

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