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Lavoro: con inflazione a rischio 'tregua' su salari, da Uil stop a patto fabbrica

07 febbraio 2022 | 21.03
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Roma - FOTOGRAMMA
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La corsa dell'inflazione trainata dai prezzi dell'energia rischia di far saltare anche la 'tregua' tra sindacati e Confindustria raggiunta faticosamente nel 2018 sui salari. Ad annunciare che il patto per la fabbrica e il ruolo dell'indice Ipca, che calcola gli aumenti in busta paga al netto dell'andamento dei prezzi dei beni energetici importati potrebbero non essere più validi, è il leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri. Il rincaro delle bollette ma anche della super, del gasolio e a cascata di tutti i prezzi di beni che in qualche modo incrociano la componente energetica, che tagliano pesantemente i salari dei lavoratori, resterebbero per questo motivo fuori da una trattativa sull'aumento delle buste paga al tavolo dei rinnovi contrattuali. Una eventualità che aggraverebbe il calo del potere d'acquisto dei salari e che i sindacati escludono categoricamente considerando anche il fatto che ad attendere una riscrittura del contratto sarebbero oltre 6 milioni di lavoratori, come denuncia ancora la Uil.

"In questi anni noi abbiamo goduto di una serie di variabili fisse: una inflazione all'1% e un prezzo molto basso dell'energia. Questo ha portato a sottoscrivere con Confindustria un accordo, definitivo patto della fabbrica, che identificava l'Ipca come il valore su cui rinnovare i contratti, al netto degli aumenti dell'energia. Ma ora quel patto non esiste più, perchè con una inflazione al 5% e un costo energia di questa portata è chiaro che chiediamo da subito che ci sia un riconoscimento per dare una risposta a chi perde potere reale d'acquiito soprattutto tra i pensionati e i lavoratori dipendenti", spiega ancora Bombardieri.

Ma non si tratterebbe di tornare ad una scala mobile, chiarisce subito, quanto di prevedere una sorta di 'integrazione-ponte' in attesa che il contratto venga rinnovato, magari tra un anno o sei mesi e mettere così al riparo il potere d'acquisto dei lavoratori. E la Uil pensa a quella "indennità di vacanza contrattuale" già prevista sia dai contratti privati che da quelli pubblici, da erogare subito, e non dopo che il contratto sia rinnovato. "Nessuno pensa di rieditare una nuova versione della scala mobile. Nessuno vuole richiamare questo concetto", dice ancora Bombardieri sollecitando per questo una risposta chiara al governo al quale girerà a breve la proposta.

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