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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

15 dicembre 2016 | 09.43
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

"Il Jobs act è una legge fatta bene. Il 2015 per le assunzioni è andato bene per una serie di fattori che hanno agito insieme: la decontribuzione, le nuove regole del Jobs act e le previsioni di crescita. Gli scenari di ripresa erano tali da dare una maggiore fiducia agli imprenditori, ma poi la situazione economica generale è entrata in stallo, ridimensionando le attese". Così, in un'intervista a 'Il Messaggero', Maurizio Stirpe vicepresidente di Confindustria.

"Siamo assolutamente coscienti che serva un riordino compiuto di tutta la materia del diritto del lavoro, ma quello che non si può fare sono le furberie. Ovvero, si può evitare i referendum sul lavoro, come da sempre ha interpretato la Corte Costituzionale, solo con una modifica legislativa che interpreti lo spirito del quesito referendario". Così Susanna Camusso, segretario generale della Cgil in un colloquio con 'La Stampa'.

"Il Fomc ha agito secondo le aspettative, il mercato del lavoro ha mostrato segnali di salute negli ultimi mesi, certo rimangono problemi strutturali nell'economia americana, ma in generale la situazione macro non richiedeva ulteriori rinvii. Il costo del denaro rimane a livelli storicamente bassi e se si guarda alla media del costo dei prestiti nel lungo periodo siamo a un livello che si aggira intorno al 4%. Anche con un rialzo dello 0,25% si rimane a livelli bassi. I mercati continueranno a navigare col vento in poppa perché c' è ancora l' effetto Trump". Così, in un'intervista a 'La Stampa', Andrew Huszar, ex direttore della Fed e architetto del primo Quantitative easing (misure di stimolo).

"Il senso del Jobs act è tutelare sul serio i lavoratori e superare la precarietà come porta di ingresso nel mercato. Con le carriere lavorative più discontinue potevamo pensare di proteggerli utilizzando le tutele del passato, pensate per un lavoro per la vita come l'art. 18? L' idea generale della riforma è spostare la tutela dal 'posto' alle fasi più difficili della vita lavorativa, l'ingresso e la ricerca del lavoro da disoccupati". Così, in un'intervista a 'Il Resto del Carlino', Filippo Taddei responsabile economico del Pd.

L'11 gennaio, ancora prima del responso sull' Italicum, la Consulta valuterà l' ammissibilità dei quesiti referendari abrogativi proposti dalla Cgil in materia di voucher, responsabilità solidale in caso di appalto e di licenziamenti individuali. È l'ultimo atto della procedura, dopo che la Cassazione ha convalidato gli oltre tre milioni di firme che hanno consentito l'iniziativa. Ma la manipolazione delle parole non comporterebbe un ripristino secco della normativa statutaria, ma produrrebbe un articolo 18 nuovo di zecca: con la reintegra nel posto di lavoro in caso di licenziamento disciplinare giudicato illegittimo, anche per le aziende fino a 5 (non più 15) dipendenti. In quelle con un numero inferiore di addetti, la reintegra non sarebbe automatica, ma a discrezione del giudice. Attenzione a cantare vittoria troppo presto! I datori di lavoro non accetteranno mai di vedersi cambiare le carte in tavola senza reagire. Se si andrà al referendum aspettiamoci di veder riconvertire o risolvere tanti contratti a tutele crescenti". Lo scrive l'economista Giuliano Cazzola su 'Il Resto del Carlino'.

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