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Crisi: Pirani (Uiltec), 2015 anno poco normale, ma primi segni positivi

Paolo Pirani
Paolo Pirani
22 dicembre 2015 | 11.35
LETTURA: 3 minuti

"Se dovessimo dare un'occhiata al 2015 che fra poco consegneremo ai ricordi, dovremmo ammettere che si è trattato di un anno assai poco normale. Solo per rinfrescare la nostra memoria, pensiamo alla crisi della Grecia che ha fatto traballare l'euro e non solo, alla svalutazione dello yuan cinese per evitare guerre valutarie, al pericoloso gioco al ribasso del prezzo del petrolio (ma tanto la benzina appare comunque sorda), al nervosismo dei mercati che ha costretto la Fed statunitense a una cautela da tempi rischiosi, all'emergenza immigrazione, ai terribili episodi di terrorismo". Così, in un editoriale su 'Industri@moci', rivista on line della Uiltec, il segretario generale del sindacato di categoria, Paolo Pirani.

"Un anno che, se vogliamo anche da laici, ascolta -continua Pirani- l'incoraggiamento di Papa Francesco a non aver paura in un mondo che però fatica a fare i conti con i nodi più intricati del suo cammino storico. Insomma, una volta bastava solo un paio di questi avvenimenti per definire l'anno in corso eccezionale".

"Va aggiunto che sul piano economico, dopo sette anni di crisi più o meno pronunciata, il 2015 riscopre i segni positivi di diversi indicatori dello stato di salute dell'economia -continua il sindacalista- sia pur timidamente in un alternarsi di luci flebili e di ombre ancora oscure che dovrebbero consigliare molta prudenza e tanto realismo".

Per Pirani, "non positivo, invece, resta il consuntivo sul piano sociale dove l'Italia resta un Paese spaccato a metà, privo di una cultura progettuale per convivere con il cambiamento, con diseguaglianze crescenti e un'incertezza di fondo che regola i comportamenti dei singoli e dei gruppi sociali".

"Eppure, faticosamente appare possibile la riemersione da uno dei più lunghi tunnel della nostra vita economica e sociale", ammette. Secondo Pirani, "questa affermazione nasce anche dall'osservazione del nostro cammino sindacale che è partito con degli obiettivi che ci siamo dati con il congresso, ottenendo dei risultati certamente positivi in un clima che resta, in modo assai miope, sostanzialmente antisindacale".

Per il dirigente sindacale, "l'anno che si chiude, infatti, propone alcuni accordi di grande valore per il futuro del nostro settore, ma anche come indicazione di marcia più generale". "Basta ricordare l'intesa Eni sul premio di risultato, l'importante risultato sul terreno dell'occupazione conseguito con l'Enel e che riguarda la cosiddetta staffetta generazionale, l'accordo Luxottica anch'esso improntato a dare chances concrete ai giovani ma al tempo stesso a rafforzare ed estendere quella che ormai possiamo definire una buona tradizione di welfare aziendale", conclude.

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