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Le nuove tecnologie per accumulare energia rinnovabile a base di ferro o di sale

28 luglio 2021 | 07.06
LETTURA: 3 minuti

Le tecnologie per la produzione di batterie alternative: 100 ore consecutive di energia a un decimo del costo rispetto a una tradizionale al litio.

 - Da Formenergy.com
- Da Formenergy.com

Mentre il mondo si prepara a fronteggiare limiti sempre più stringenti per le emissioni, l’industria delle batterie necessarie per i dispositivi elettrici vede un aumento della domanda esponenziale che fa temere una crisi simile a quella dei semiconduttori, che in questi mesi ha bloccato l’automotive e sta impattando anche sul mercato dei device elettronici.

Rame, cobalto, nickel e altri materiali rari, parti integranti delle batterie, iniziano a scarseggiare. Da novembre a luglio il costo del litio, materiale fondamentale per le batterie di ultima generazione, è raddoppiato. Le batterie al litio non sono soltanto componenti fondamentali di auto elettriche e smartphone, ma anche l’unico modo per accumulare l’energia prodotta da fonti rinnovabili icosì da poterla utilizzare nel tempo. Il grande nodo del solare e dell’eolico, infatti, è tutto qui: sono fonti di energia legate e fenomeni naturali non prevedibili, ed è complicato se non impossibile pensare di fare affidamento esclusivo su di esse a meno di non avere un modo efficiente, economico e non troppo ingombrante per conservare l’energia prodotta e utilizzarla al bisogno.

Un impianto fotovoltaico classico è formato da pannelli solari collegati alla rete elettrica. Se si produce un surplus di energia, questa viene immessa in rete (sviluppando un credito nei confronti della compagnia che fornisce elettricità). Al contrario, se i consumi sono superiori alla produzione, si attinge dalla rete. Oppure si possono integrare delle batterie che accumulino l’energia in eccesso, ma i sistemi attuali, basati su batterie al litio, non riescono a garantire una piena autosufficienza dalla rete elettrica. Un’azienda tech americana, la Form Energy Inc, ha appena annunciato una possibile soluzione, con il lancio del suo primo prodotto sul mercato, e un round di finanziamenti da 200 milioni capeggiato dal fondo per l’innovazione di Arcelor Mittal. La loro nuova batteria si basa non sul litio ma sul ferro, uno dei più sicuri, diffusi ed economici minerali sulla terra, e dovrebbe essere in grado di fornire energia per 100 ore consecutive a un decimo del costo rispetto a una batteria al litio, garantendo una continuità finora impensabile a una rete elettrica alimentata esclusivamente da fonti rinnovabili. La nuova batteria funziona con un meccanismo di scambio di ossigeno tra celle di ferro, che arrugginisce a contatto con l’ossigeno e quando l’ossigeno viene eliminato torna a essere ferro. È controllando questo processo che si conserva e rilascia l’energia.

“La tecnologia per l’accumulo sviluppata da From Energy ha l’incredibile potenziale di superare il problema irrisolto della fornitura intermittente di elettricità da rinnovabili” ha spiegato Greg Ludkovsky, a capo del settore Ricerca&Sviluppo di Arcelor Mittal, che sarà anche fornitore non esclusivo di materiali ferrosi per le nuove batterie. Un’altra compagnia, la Malta Inc, sta lavorando con un materiale altrettanto umile e diffuso, il sale. L’elettricità che arriva alla batteria viene convertita in energia termica, creando una differenza di temperatura. Il calore viene dirottato sul sale liquefatto, il freddo in un liquido. Una pompa di calore riconverte al bisogno la differenza di temperatura in energia e la reimmette nella rete. E anche un’azienda inglese, la AceOn di Sheffield, si prepara a lanciare batterie agli ioni di sodio per le prime applicazioni commerciali nell’Africa Subsahariana, dove impianti di accumulo mobili collegate a pannelli fotovoltaici potrebbero essere la soluzione definitiva per elettrificare in modo pulito zone in cui la rete elettrica non è ancora arrivata.

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