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L.elettorale: Della Vedova, resto radicale ma no ad appello Passera

29 marzo 2015 | 14.56
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"Io sono e resto un radicale, sono tutt'ora iscritto al partito radicale trasnazionale. Ma non sono d'accordo con l'appello di Passera. All'Italicum do la sufficienza piena". Così Benedetto Della Vedova, sottosegretario agli Affari esteri e senatore ora iscritto al Misto, commenta all'Adnkronos l'adesione, a sorpresa, dei radicali all'appello anti-Italicum di Italia Unica, il partito di Corrado Passera.

"Anch'io - ammette Della Vedova, un passato da radicale alle spalle e fresco di addio a Scelta Civica - avevo in mente un altro modello", ma con la legge voluta da Renzi "non vedo né rischi di autoritarismo, nè un peggioramento rispetto al Porcellum, i temi sollevati da Passera nel suo appello".

"Da un punto di visto di principio - prosegue - anch'io ho sempre pensato che un sistema di collegi sarebbe stato il sistema migliore. Ma è altrettanto vero che nel 2009 appoggiai il referendum Guzzetta sulla legge elettorale, per il premio di maggioranza alla lista anziché alla coalizione sia alla Camera che al Senato. Ebbene, l'Italicum va esattamente in quella direzione. Anzi, è meglio del referendum Guzzetta, assegna il premio alla lista ma con una soglia che all'epoca non c'era".

Nell'Italicum, invece, "abbiamo l'elemento della soglia minima per ottenere il premio o del ballottaggio. Inoltre, sono previste circoscrizioni più piccole" e altro valore aggiunto è "l'abbassamento della soglia dal 4 al 3%". sottolinea Della Vedova.

Quanto al tema delle preferenze, "io personalmente - dice Della Vedova - non penso che sia una buona idea di inserirle, credo che nella politica italiana sia un errore farlo e occorra piuttosto lavorare su statuti partiti e liste. Per questo non aderisco all'appello di Passera" e "penso che la battaglia della minoranza Pd sulle preferenze sia un errore".

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