"Il caso di Giacomo indica come si debba anche prevedere la possibilità di ricaduta dei pazienti, non si puo’ ricominciare dalla galera"
“Due settimane a Regina Coeli per stabilire che mio figlio lì non può ricevere le cure che la sua condizione psicologica richiede. Viene ricondotto nella Rems da cui si è allontanato? No, in un inutile e pericoloso ping pong, sarà trasferito a Rebibbia, dove nel 2018 era partito il corto circuito che ha prodotto la sentenza della Cedu”. A dirlo all’Adnkronos Loretta Rossi Stuart, la mamma di Giacomo Seydou Sy, il ragazzo affetto da bipolarismo e arrestato nelle scorse settimane per tentata rapina a Roma.
“Una sentenza a cui è seguita quella della Corte Costituzionale, a cui il governo italiano deve rispondere: decine e decine le testimonianze che sto ricevendo, di genitori che hanno situazioni simili e si sentono abbandonati dallo Stato. La chiusura degli o.p.g. è qualcosa da cui non si può tornare indietro, benedetta sia la riforma che ha portato all'apertura delle Rems, ma tante ancora le criticità. Il caso contingente di Giacomo indica come si debba anche prevedere la possibilità di ricaduta dei pazienti: in un difficile percorso di recupero la recidiva va messa in conto e regolamentata da leggi al momento inesistenti. Per cui ci si ritrova - denuncia la Loretta Rossi Stuart - come accade a mio figlio, a ricominciare dal girone più basso dell'inferno, la galera!”.