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Expo: Lotti, orgogliosi del nostro passato e pronti al futuro

27 marzo 2015 | 15.41
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Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio intervenendo a Firenze all'evento nazionale di Expo a un mese dall'apertura

Expo: Lotti, orgogliosi del nostro passato e pronti al futuro

Usare "il passato per vedere il futuro. Questa è la strada, non ci sono dubbi. Salire sulle spalle dei giganti per guardare lontano: è una metafora molto usata, ma non potremmo dirlo meglio. Dobbiamo imparare dal passato, studiarlo, apprezzarlo, lasciarci conquistare e commuovere, affascinare e insegnare: ma la scalata dobbiamo farla noi, ora". Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Luca Lotti, intervenendo a Firenze all'evento nazionale di Expo a un mese dall'apertura, dal titolo "Il Padiglione Italia. La vetrina del Sistema Paese a Expo Milano 2015", che si è tenuto stamani nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio.

"Quelli che guardano lontano dobbiamo essere noi - ha aggiunto Lotti - Deve essere questa Italia qui, quella che non accetta più la corruzione come sistema diffuso e inevitabile, che non si rifugia nella sterile indignazione, ma che prova a dire 'Noi facciamo le cose diversamente'. Orgogliosi del nostro passato, pronti al futuro. L'Expo sarà il modo migliore per dirlo al mondo".

In esordio del suo intervento, Lotti ha affermato: "Chiunque abbia avuto la fortuna di visitare già l'area dell'Expo, soprattutto nelle ultime settimane, non può non avere negli occhi l'Albero della vita, l'opera simbolo della nostra Esposizione universale. Un albero, a tutti gli effetti, alto 37 metri, in legno e acciaio, che sorge al centro di un lago, circondato dal verde, di fronte al Padiglione Italia, dove avranno sede le nostre rappresentanze istituzionali, dove daremo il benvenuto al mondo".L'architetto Marco Balich, direttore artistico del Padiglione Italia, sul palco del Salone dei Cinquecento con Diana Bracco, presidente di Expo 2015, ha progettato l'Albero della vita perché termini "con un intreccio di rami che ricorda il disegno della pavimentazione di Piazza del Campidoglio", ha osservato Lotti. "Io però non ho potuto fare a meno di pensare a Michelangelo Buonarroti, alla sua bella storia e a quella di Piazza del Campidoglio. Michelangelo, fiorentino di stirpe e di formazione, è a Roma e riceve dal Papa Paolo III l’incarico di ricostruire Piazza del Campidoglio - ha raccontato Lotti - Quella piazza era, allora come ora, al centro di Roma. E Roma, ancora nel 1536, nonostante le guerre che devastavano l'Europa e i secoli bui alle spalle, poteva con orgoglio ancora considerarsi il centro del mondo. Certo, un mondo che si stava allargando (c’era un altro continente, nuovo, ancora tutto da esplorare), un’Europa che stava cercando il proprio equilibrio, un impero lontano dai fasti".

"E il Campidoglio ne era il punto più sacro: era il punto di arrivo del percorso trionfale che partiva dai Fori imperiali. Ma allora, nel 1536, quando Michelangelo riceve l'incarico, era diventato un pascolo di capre - ha ricordato ancora Luca Lotti nel suo intervento - Michelangelo, che era un genio e aveva quell'ambizione che noi fiorentini conosciamo bene e riconosciamo come nostra, decide che è il momento di riprendersi il centro e allora pensa due cose. La prima: che la piazza doveva essere interamente ridisegnata, ripensata, capovolta; trovando il coraggio di innovare, di innestare e non limitandosi a restaurare"."La seconda: che l’orgoglio di essere al centro doveva essere reso esplicito, evidente, raccontato - ha aggiunto Lotti - E allora pensa alla grande geometria bianca sulla pavimentazione di pietra scura. il disegno sulla piazza non è solo un ornamento, un motivo geometrico dal semplice valore estetico: rappresenta il mondo, le cui linee intersecate di meridiani e paralleli culminano all’apice della piazza convessa: è l’ombelico del mondo, il centro dell'Universo. Roma. L'Italia che rinasce"."D’altronde, come non pensare al David, che è largamente considerato un capolavoro della scultura mondiale, è uno degli emblemi del Rinascimento, nonché simbolo di Firenze e dell'Italia all'estero - ha affermato tra l'altro il sottosegretario Lotti - Il David ritrae l'eroe biblico nel momento in cui si appresta ad affrontare Golia; originariamente la statua fu collocata in piazza della Signoria come simbolo della Repubblica fiorentina, vigile e vittoriosa contro i nemici. Michelangelo cambia e recupera; stravolge e riscopre le radici; distrugge e ricostruisce. Non si perde nella nostalgia e va a ricercare la fonte dell’orgoglio".

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