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Massoneria: Bisi (Goi), nostro compito continuare a costruire umanita'

06 marzo 2014 | 11.47
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''La bellezza della Massoneria e' avere confini aperti. Il nostro compito e' quello di sempre: costruire umanita', contribuire a formare uomini liberi e responsabili, cittadini impegnati nel proprio tempo per promuovere pace, dialogo e confronto. Oltre ogni limite''. Lo dice all'Adnkronos Stefano Bisi, di fatto il nuovo Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia per il quinquennio 2014-2019. Nelle urne con squadra e compasso, la sua lista ha ottenuto 5.315 voti, il 46,26% delle preferenze degli 11.490 votanti (Fratelli Maestri) sui 16.059 aventi diritto. La percentuale di affluenza al voto si attesta al 71,55%. I risultati della consultazione elettorale che si è tenuta domenica scorsa, saranno ora sottoposti sabato alla verifica della Commissione elettorale nazionale (Cen) dell'Obbedienza di Palazzo Giustiniani.

Bisi, 57 anni, giornalista professionista, e' nato e vive a Siena. Attualmente e' vicedirettore del gruppo a cui si riferiscono il 'Corriere di Perugia' e le edizioni di Terni. ''Gli uomini del dubbio -spiega- non maledicono l'oscurita': accendono piccole luci per uscire dalla notte della crisi, rimettendo in circolo la speranza. Siamo compagni di viaggio di ogni coscienza libera e di ogni persona che ha voglia di futuro''. Anche nel nostro tempo liquido, sottolineano gli studiosi della Libera Muratoria, gli eredi degli antichi costruttori di cattedrali scheggiano la pietra focaia, per fare luce. La loro immagine e' quella del melograno, che dice unita'. Dalla scelta di trasparenza e confronto con la societa' civile, la Massoneria di Palazzo Giustiniani non torna indietro.

''In questi anni -sottolinea Bisi- abbiamo fatto un lungo viaggio nel deserto, abbattendo muri di diffidenza. Grazie alla guida del Gran Maestro, Gustavo Raffi (al timone del Vascello dal 1999, ndr) la Massoneria è uscita dalla catacombe e si è accreditata in campo nazionale per capacità di proposta e di confronto, promovendo iniziative e lavorando concretamente a opere di solidarietà e assistenza agli ultimi'', come dimostra la storia di accoglienza degli 'Asili Notturni Umberto I' di Torino. (segue)

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