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Matt Dillon: "Cuomo a New York grande leadership, come Conte in Italia"

23 luglio 2020 | 19.38
LETTURA: 3 minuti

L'attore e regista ospite come presidente onorario della terza edizione del Filming Italy Sardegna Festival: "In Usa tutti stufi della gestione Trump, non leggo più nemmeno i giornali"

Matt Dillon:

di Ilaria Floris
"Tutti sono stufi di quello che sta succedendo negli Usa, e di come si sta affrontando la questione Covid. Ad un certo punto, io ho smesso di leggere i giornali perché non ne potevo più di quelle notizie. Ma bisogna anche dire che l’America è un paese enorme, e ci sono dei buoni leader locali: ad esempio Cuomo ha fatto un buon lavoro a New York e ha dimostrato una grande leadership, un po’ come ha fatto Conte in Italia". A dirlo è Matt Dillon che, ospite come presidente onorario della terza edizione del Filming Italy Sardegna Festival, in corso al Forte Village di Santa Margherita di Pula in provincia di Cagliari, ha fatto un’analisi di come il suo paese stia affrontando la pandemia.

"Certo ci sono scelte popolari e altre impopolari -ha proseguito l’attore, senza mai nominare Trump ma con un chiaro riferimento alla sua amministrazione- ma vanno fatte per il bene della comunità. La nostra leadership in questo momento è terribile al vertice, siamo stati sfortunati nella coincidenza degli eventi". L’attore e regista ha diversi progetti in cantiere, tra cui un film con una produzione francese, ‘Proxima’, un film su Al Capone e un documentario a cui tiene moltissimo e al quale afferma di "aver lavorato per tutta la vita".

"In ‘Proxima’ ho avuto la possibilità di lavorare con Eva Green sia in Russia che in altre parti del mondo -dice Dillon- Mi piace il suo modo di lavorare. Il mio ruolo non è da protagonista, la storia è su una donna astronauta e sul conflitto che vive col suo femminile. Per me è stata un’esperienza infinitamente interessante, mi è piaciuta la sceneggiatura. Sono molto affascinato da progetti che riguardano il futuro". E se di Capone "mi è piaciuta la sceneggiatura, mi piace molto come lavora l’attore protagonista del film, Tom Hardy, e ho amato molto il fatto che il personaggio di Al Capone nel film non è stato glorificato, e questo l’ho trovato molto interessante", spiega, il suo ruolo "è quello del suo migliore amico. Quando arriva in scena si percepisce il forte legame che hanno. Si ha quasi la sensazione che il personaggio di Johnny (il suo personaggio, ndr) sia una specie di fantasia, che ne rappresenta forse il senso di colpa".

Ma il progetto a cui Matt Dillln tiene di più è un documentario, da regista, sullo Ska cubano, e sulla figura del musicista cubano Francisco Fellove. In esso, Dillon rende omaggio a un gruppo poco noto di musicisti cubani che hanno influenzato notevolmente la musica messicana, e approfondisce il genere musicale cubano soprannominato "filin" (sentimento) che ha creato un forte legame tra Messico, Cuba e Stati Uniti. "Mi è sempre piaciuto moltissimo in generale la musica ma soprattutto quella tipologia di musica -rivela- Ambientazione è fine anni Settanta, ho girato anche in Messico e la prima sarà a San Sebastian".

E offre una piccolo aneddoto: "Era un personaggio molto carismatico, era povero, lavava le auto all’inizio, ma ha avuto la forza di reagire ed è morto proprio il giorno del mio arrivo in Messico -svela l’attore e regista- La storia riguarda il suo lascito alla musica e penso che ognuno di noi ritroverà un po’ se stesso nel film". Il cineasta spiega poi cosa significhi per lui la differenza fra essere attore ed essere regista: "Quando sei attore sei un interprete, e interpreti la visione di un altro -dice- Questo non vuol dire che non sia un lavoro festivo, lo è molto. Ma quando sei un regista e della tua visione che si parla. E un modo diverso di lavorare". Infine, non poteva mancare un cenno all’Italia e al suo cinema, cui è molto legato anche grazie al legame con una fidanzata italiana: "In Italia amo Sorrentino e sono un grande fan di Garrone. Mi è piaciuto moltissimo Dogman e penso che sia veramente un regista talentuoso", dice. In Italia "mi sento davvero come se fosse la mia seconda casa, l’amore per questo paese c’è l’ho da sempre. Mi sono sempre sentito il benvenuto in questo paese, e che ci crediate o no...parlavo italiano anche meglio, prima", conclude sorridendo.

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