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Medici di famiglia: "Assistenza a rischio in piccoli Comuni, errore case comunità"

31 gennaio 2023 | 16.40
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Fimmg ringrazia il presidente Mattarella: "No a soluzioni che mal si coniugano con i bisogni della popolazione"

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"Nei piccoli Comuni e paesi si assiste non solo alla chiusura dei piccoli ospedali territoriali, ma si è spettatori passivi dell’ancor più grave evento che riguarda la carenza di medici di medicina generale, il presidio sanitario fondamentale per cure primarie di prossimità e di contatto quotidiano e continuativo". E' quanto si legge in una nota della Federazione italiana medici di medicina generala (Fimmg) che ringrazia il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, "per aver confermato e sottolineato il crescente disagio di questa popolazione".

Un problema, ricorda Fimmg, "da noi denunciato già prima della pandemia con #adessobasta, un tour in camper in giro per l’Italia dei piccoli Comuni, che riguardava anche la necessità di evidenziare come assicurare l’accesso ai servizi sanitari pubblici dove nasce il bisogno, non accentrando in strutture edilizie funzioni come il rapporto fiduciario, la prossimità delle cure, l’umanizzazione della medicina, la prevenzione. Questa realtà non trova soluzioni realistiche in modelli di sanità pubblica che propongono soluzioni sanitarie a problemi sociali, che creano strutture di degenza per anziani invece che promuovere la domiciliarità delle cure e dell’assistenza a casa".

Oggi, "a causa di errori nella programmazione che hanno sottovalutato le dimensioni del pensionamento", i medici di famiglia, "che sono la porta di accesso al sistema sanitario nazionale, sono clamorosamente carenti. Per questo è estremamente grave che anche questo fondamentale e prezioso servizio sia fra quelli che sta venendo a mancare, in primis nei piccoli comuni. Il paradigma delle Case di comunità declinato dal Pnrr come soluzione unicista, sembra andare tristemente proprio in questa direzione: aumentare le distanze fra i cittadini e il loro medico di famiglia, concentrando nei grandi centri i pochi medici disponibili e costringendo la popolazione anziana a spostamenti continui per poter gestire le loro cronicità e fragilità nonostante molti necessitino di un’assistenza capillare che trova soluzioni nella domiciliarità e nelle cure 'a chilometro zero'.

La Fimmg auspica quindi che "la medicina generale rimanga per la politica il fondamento dell’assistenza sanitaria da preservare a ogni costo, soprattutto per le sue caratteristiche fondanti di assistenza, di prossimità e fiduciarietà e che le azioni intraprese dal governo volgano alla tutela e all’evoluzione del ruolo del medico di famiglia senza stravolgerne le sue peculiarità. Ciò non significa che non bisogna apportare correttivi, innovare il sistema, potenziare la telemedicina. Ma va fatto non proponendo soluzioni che mal si coniugano con i bisogni della popolazione. Servono soluzioni innovative che escano da logiche ideologiche ma entrino nella logica dell’efficienza e della sostenibilità".

In conclusione, i medici di famiglia sostengono che "partendo da modelli assistenziali per la medicina generale validi per i piccoli Comuni, si trovano soluzioni anche ai modelli evolutivi urbanistici delle grandi città europee, che si progettano sempre più con il modello dei servizi a 15 minuti a piedi, dove il quartiere diventa comunità di servizi e di assistenza diffusa, liquida, potendo recuperare anche nelle metropoli il contatto umano e diretto, migliore humus per un progetto di cure psico, socio, sanitarie tipico della medicina di famiglia".

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