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Migranti, Camps (Open Arms): "Non temiamo multe, stigma contro di noi"

Il fondatore di Open Arms definisce "populiste" le misure del Governo Meloni. E sul rapporto Frontex che parla di ong come "pull factor" replica: "Teoria smentita. Libia ricatta Ue"

Oscar Camps, fondatore Open Arms
Oscar Camps, fondatore Open Arms
08 novembre 2022 | 19.12
LETTURA: 2 minuti

"Dispositivi populisti" che servono a "perpetuare lo stigma" nei confronti delle ong. Oscar Camps, fondatore di Open Arms, bolla così la linea dura del Governo Meloni con le multe previste per le ong che non ottemperano a eventuali divieti come quelli firmati per Humanity1 e Geo Barents. Le due navi umanitarie restano ormeggiate a Catania, dopo che solo a una parte dei naufraghi a bordo è stato concesso lo sbarco. "I governi precedenti a questo hanno tutti deciso di mantenere i decreti Sicurezza salviniani così come erano - dice Camps all'Adnkronos -, apportando solo qualche modifica che non ha certo migliorato la situazione. Le multe sono state abbassate da 1 milione a 50mila euro e si è poi introdotta la loro applicabilità in presenza di un reato penale".

Le multe, però, non spaventano il fondatore dell'ong. "Noi non abbiamo alcun timore di riceverne una - avverte - perché quello che facciamo è salvare vite e salvare vite, in nessun caso, può essere considerato un reato. I decreti modificati dai governi progressisti indicano che il reato si configura qualora le navi umanitarie non abbiano informato le autorità competenti delle operazioni di soccorso effettuate, cosa che, invece, avviene sempre e in tempo reale sin dal primo momento. Sono solo dispositivi populisti che non hanno alcun fondamento giuridico utili solo a perpetuare lo stigma nei nostri confronti", sottolinea Camps.

Un documento riservato di Frontex, relativo al periodo 1 gennaio-18 maggio 2021 torna a parlare delle ong come pull factor. "La presenza delle navi delle ong, soprattutto in navigazione tra Zuara e Zawiya, continua a essere un ulteriore fattore di attrazione'' per i migranti che partono dalla Libia per raggiungere l'Italia, spiega il rapporto che l'Adnkronos ha potuto visionare. "La questione del pull factor è stata smentita da qualunque istituto di ricerca, prima di tutti l’Ispi - replica Camps -. È stato ampiamente dimostrato che non c’è alcun legame tra partenze e presenza delle navi umanitarie in mare". Per il fondatore di Open Arms semmai "il fattore più importante da tenere in considerazione" quando si parla di flussi migratori verso l'Europa sono "le condizioni di estrema instabilità politica della Libia, la guerra attualmente in corso tra bande armate e, non ultimo, l’intenzione di aprire o chiudere i cordoni delle partenze da parte dei libici a seconda della convenienza del momento". Flussi come arma di ricatto, insomma. "Quando fai accordi con milizie armate - avverte il fondatore dell'ong -, diventi immediatamente ricattabile ed è esattamente quello che fanno: ricattano l’Europa utilizzando come moneta di scambio la vita di persone vulnerabili". (di Rossana Lo Castro)

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