(Aki) - Inoltre, a margine della crisi siriana, i Paesi del Golfo che hanno fornito ingenti rifornimenti di denaro e di soldi ai ribelli siriani stanno ora affrontando una crisi interna. L'Arabia Saudita, il Bahrain e gli Emirati Arabi hanno infatti ritirato i loro ambasciatori dal Qatar per il sostegno mostrato da Doha rispetto ai Fratelli Musulmani. Anche in Siria, nonostante l'interesse comune di vedere cadere il regime di Assad, i Paesi del Golfo non concordano su quali gruppi sostenere.
''In generale, il Qatar ha cercato di mobilizzare l'opposizione politica al regime di Assad, mentre l'Arabia Saudita ha fornito uomini e materiale ai gruppi ribelli e il Kuwait è emerso come il fulcro dei trasferimenti finanziari'', ha detto all'agenzia di stampa Dpa Kristian Coates Ulrichsen, ricercatore presso il Baker Institute della la Rice University. ''Certamente, la situazione attuale ha ulteriori sfumature, con i sauditi e i qatariori che sostengono gruppi diversi e in competizione tra loro, mentre i sunniti e gli sciiti in Kuwait mandano contemporaneamente grandi quantita' di denaro e supporto logistico all'opposieione e al regime di Assad. ''La presa di posisizone contro il Qatar avviene a meno di un anno da quando Tamim bin Hamad al-Thani ha assunto il potere. Suo padre, Hamad, ha abdicato dopo 18 anni e ci sono segnali che i poteri del Golfo vogliono evitare che continui il sostegno ai Fratelli Musulmani e all'emittente al-Jazeera che ha sede a Doha e che manifesta sentimenti anti sauditi'', ha aggiunto.
